Le restrizioni all'esportazione dalla Cina di materie prime per semiconduttori alimentano i timori di carenza di chip

Le restrizioni all'esportazione dalla Cina di materie prime per semiconduttori alimentano i timori di carenza di chip

Le attuali restrizioni all'esportazione dalla Cina, uno dei più importanti fornitori globali di materie prime critiche, sui principali metalli volti alla fabbricazione di semiconduttori hanno comportato ritardi nelle catene di fornitura e aumentato le preoccupazioni circa la possibilità che i produttori e i consumatori occidentali possano in futuro affrontare carenze di chip, data anche la forte domanda di IA specialmente nei Paesi sviluppati.

Si ipotizza che queste restrizioni siano la risposta di Pechino alle limitazioni all’export imposte dagli Stati Uniti sulla vendita di microprocessori nei confronti di aziende cinesi come Huawei, che hanno così ristretto il loro raggio d’azione negli USA.

Il problema cruciale è però che questi metalli semiconduttori, in particolare gallio e germanio, sono ampiamente utilizzati nei chip, nelle comunicazioni e nelle attrezzature militari.

Se a ciò si aggiunge che la Cina è stata il principale produttore di gallio a livello mondiale nel 2022, rappresentando oltre il 98% della produzione globale – secondo Statista – con la Russia al secondo posto, la quale contribuisce solo allo 0,81% della fornitura complessiva, è facile intuire come due Stati storicamente “poco amici” dell’Occidente abbiano in mano la gestione pressoché totalitaria di tali materie prime.

Per di più, in accordo ai dati della Critical Raw Materials Alliance, la Cina rappresenta attualmente anche il 60% della produzione globale di germanio.

Il paese ha annunciato queste restrizioni all'esportazione lo scorso luglio, applicandole da agosto 2023. Poiché entrambi questi metalli sono eccezionalmente rari, queste limitazioni hanno comportato un aumento dei prezzi sia del gallio che del germanio, soprattutto in Europa.

Le esportazioni cinesi di germanio sono scese infatti da 13.514 kg nella seconda metà dell'anno scorso a 12.410 kg nella prima metà del 2024, secondo il Financial Times, che utilizza i dati doganali cinesi. Allo stesso modo, in seguito all'introduzione delle restrizioni all'esportazione, anche l’export cinese di gallio è crollato da 28.000 kg nella prima metà del 2023 a 16.000 kg nella seconda metà dello stesso anno.

La Cina ha rivelato di aver imposto queste restrizioni per proteggere i propri interessi e la propria sicurezza nazionale. Tuttavia, si ipotizza ampiamente che queste siano la risposta di Pechino ai controlli sulle esportazioni statunitensi sulla vendita di chip semiconduttori altamente avanzati e apparecchiature di produzione ad aziende cinesi come Huawei.

In precedenza, gli Stati Uniti avevano rivelato di aver imposto questi limiti alle esportazioni per limitare l'accesso della Cina ai semiconduttori per usi militari e di intelligenza artificiale. A sua volta, il Paese del Dragone ha anche limitato l’export di grafite e antimonio, un minerale utilizzato nelle munizioni perforanti.

Ma non solo: il gallio è anche utilizzato per lampadine, transistor, processi medici e termometri, mentre il germanio è utilizzato per strumenti ottici a infrarossi e produzione di plastica. Sono anche essenziali per cose come occhiali per la visione notturna e cavi in ​​fibra ottica, che potrebbero anche vedere carenze e aumenti di prezzo a causa di queste politiche estere restrittive.

L'Europa potrebbe impiegare diversi anni per aumentare la sua produzione di gallio e germanio

Dopo che la Cina ha annunciato questi controlli lo scorso anno, la Commissione per il commercio internazionale degli Stati Uniti ha affermato: "Si prevede che la catena di fornitura globale di germanio e gallio incontrerà cambiamenti significativi con l'annuncio del governo cinese di nuovi controlli sulle esportazioni di questi minerali critici, in vigore dal 1° agosto 2023. Germanio e gallio hanno un'importanza immensa in vari settori come semiconduttori, pannelli solari e veicoli elettrici.

Aggiungendo anche: "Gli Stati Uniti dipendono fortemente dalle importazioni per entrambi questi minerali essenziali, in particolare dalla Cina, dato il loro ruolo dominante come produttore e fornitore principale di entrambi i prodotti”.

Il problema maggiore sembra però esservi per il Vecchio Continente: sebbene diverse aziende europee abbiano ancora delle scorte di gallio per sopravvivere nel breve termine, lo scenario di lungo periodo è più incerto, poiché l'Europa potrebbe non essere in grado di incrementare la propria produzione di metalli in maniera sufficientemente rapida.

SEMI Europe, un'associazione del settore della microelettronica, ha dichiarato: "Nel lungo termine, in caso di escalation commerciale e ulteriori restrizioni all'esportazione, l'industria europea dei semiconduttori potrebbe essere colpita da una carenza di materie prime essenziali, in particolare considerando la mancanza di capacità produttiva nazionale nel prossimo futuro”.

Specificando anche che "Costruire una rispettiva catena del valore dall'estrazione alla lavorazione con una capacità sufficiente in Europa richiederebbe molto tempo e grandi investimenti, per consentire alle catene di fornitura e ai prezzi di mercato di adeguarsi in modo efficace. L'istituzione di strutture di produzione idonee in Europa potrebbe richiedere diversi anni per aumentare la scala".

Diventa dunque sempre più complesso trovare un equilibrio tra il contrasto all’ “export di massa” e la dipendenza europea (e sotto certi aspetti anche statunitense) dalla Cina, onde evitare la carenza di materie prime fondamentali non solo per l’IA ma anche, come abbiamo visto, per molti altri settori (su tutti quello della difesa).

Lo stesso discorso può essere esteso anche ad altre industrie, vedasi quella dei pannelli solari, indispensabili per la transizione green, e dell’automotive, considerate le implicazioni per il passaggio a vetture elettriche. La sfida è appena incominciata.

Disclaimer: Il presente articolo ha un puro scopo informativo e non costituisce raccomandazione di investimento. Tutti i diritti riservati.

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