Oro e rame: esiste una correlazione inversa tra le due materie prime?

Oro e rame: esiste una correlazione inversa tra le due materie prime?

I prezzi dell'oro hanno raggiunto un nuovo massimo storico, spinti dalle aspettative di un contesto di tassi di interesse più bassi e dalla crescente domanda di beni rifugio per via delle tensioni geopolitiche globali. Al contrario, i metalli di base come il rame rimangono deboli, in gran parte a causa della lenta crescita economica nelle principali potenze mondiali, in particolare in Cina.

Sia i prezzi spot dell'oro che quelli dei future sono saliti a un nuovo record venerdì scorso, guidati al rialzo principalmente dall’incremento delle speranze riguardanti le banche centrali, che si auspica si impegneranno a tagliare il costo del denaro per il resto di quest’anno e del prossimo. Il prezzo spot dell'oro ha superato infatti i 2.500 $ (2.264 €) l'oncia per la prima volta nella storia, mentre i future sull'oro sono saliti sopra i 2.540 $ l'oncia l'ultimo giorno di negoziazione della scorsa settimana. I prezzi si sono aggirati intorno a livelli simili anche durante le sessioni più recenti.

Al contrario, i metalli di base, come il rame, sono rimasti deboli a causa delle preoccupazioni economiche. Il prezzo dei future sul rame è crollato a un minimo di cinque mesi di $ 3,93 (3,56) per libbra all'inizio di agosto, prima di registrare un leggero rimbalzo a $ 4,18 (3,79 €) per libbra lunedì, trascinato in basso dalla domanda lenta in Cina.

Negli ultimi tre mesi, i future sull'oro sono aumentati del 5%, mentre i future sul rame sono diminuiti del 18%. La recente divergenza di trend tra oro e rame suggerisce che gli investitori stanno cercando asset rifugio, scaricando al contempo le materie prime guidate dalla crescita, tra le preoccupazioni per l'economia globale.

L'impennata del prezzo dell'oro guidata dalle forze macroeconomiche

Il contesto macroeconomico indica che le banche centrali sono sulla buona strada per allentare le politiche monetarie a causa dell'indebolimento dei prezzi al consumo e del rallentamento della crescita economica. I prezzi dell'oro sono inversamente correlati al valore del dollaro USA e ai tassi di interesse.

Innanzitutto, poiché l'oro è quotato in dollari USA, un dollaro più debole rende l'oro meno costoso in altre valute, aumentando così la domanda di metallo prezioso. In secondo luogo, i tassi di interesse più bassi rendono meno attraenti gli asset fruttiferi, come il denaro contante, mentre l'oro diventa più allettante come riserva di valore.

Il catalizzatore dell'impennata dei prezzi dell'oro potrebbe essere stato il deludente dato del mercato immobiliare statunitense pubblicato venerdì, che ha mostrato che gli inizi dei lavori edilizi sono crollati del 6,8% a un minimo di quattro anni e i permessi di costruire sono diminuiti per il sesto mese consecutivo a luglio.

I dati non entusiasmanti hanno così ulteriormente rafforzato la probabilità che la Federal Reserve inizi a tagliare i tassi a settembre e oltre.

La scorsa settimana, sia il Regno Unito che gli Stati Uniti hanno pubblicato dati sull'inflazione più bassi del previsto per luglio, incoraggiando segnali di un contesto di tassi di interesse più bassi in queste principali economie. Tuttavia, il report sull’Eurozona ha rilevato un’inflazione al 2,6% a luglio, in aumento rispetto al mese precedente; da dire però che la BCE ha forti motivazioni nel proseguire ugualmente col percorso di tagli dei tassi, in considerazione di una crescita UE piuttosto modesta.

Inoltre, la Reserve Bank of New Zealand ha inaspettatamente effettuato il suo primo taglio dei tassi dall'inizio della pandemia. La banca prevede altre riduzioni quest'anno, avendo cambiato drasticamente tono rispetto all'ultima riunione a causa del rapido deterioramento dell'economia interna.

Non ultimo, la crescente domanda di beni rifugio, innescata dal proseguimento dei conflitti militari in Medio Oriente e nell’Est Europa tutt’ora in corso, ha ulteriormente rafforzato i prezzi dell’oro, contribuendo all’incremento di prezzo.

Il ruolo della Cina nel plasmare i prezzi del rame

La Cina, in quanto importante fornitore e consumatore di rame, svolge un ruolo fondamentale nel plasmare le tendenze all'interno del mercato dei metalli critici.

L'impennata dei prezzi del rame all'inizio di quest'anno è stata guidata dalla riduzione della produzione proprio da parte di Pechino, provocata da un forte calo delle tariffe di trattamento del rame.

Eppure, i tiepidi dati economici provenienti dalla Cina negli ultimi mesi, uniti alle turbolenze del mercato globale con l’aggiunta dei timori di una recessione negli Stati Uniti, hanno fatto scendere i prezzi del rame al minimo di cinque mesi nella sessione dell’8 agosto.

Nonostante una recente ripresa del sentiment del mercato, che ha portato a un rimbalzo dei prezzi del metallo la scorsa settimana, si prevede che la continua lentezza del settore immobiliare cinese continuerà a pesare sulla domanda. Un indebolimento del dollaro USA potrebbe, tuttavia, aiutare a compensare parte di questo calo.

Nel lungo termine, è probabile però che il rame rimanga in un trend rialzista. È infatti una risorsa critica per le energie rinnovabili, i veicoli elettrici (EV) e le tecnologie di intelligenza artificiale (AI), tant’è vero che molti lo hanno definito “il metallo del futuro”.

S&P Global ha previsto per tale ragione che la domanda di rame raddoppierà, raggiungendo i 50 milioni di tonnellate metriche entro il 2035, con la domanda più significativa prevista da Stati Uniti, Cina, Europa e India.

Disclaimer: Il presente articolo ha un puro scopo informativo e non costituisce raccomandazione di investimento. Tutti i diritti riservati.

Torna al blog

Sei interessato a ricevere maggiori informazioni?