Il taglio sostanziale dei tassi della Fed potrebbe comportare un ulteriore allentamento della liquidità globale, provocando uno spostamento di capitale tra classi di attività e settori azionari.
La Federal Reserve ha effettuato il suo primo taglio dei tassi in quattro anni, assumendo una posizione aggressiva con una riduzione dello 0,5%, come previsto da alcuni analisti.
Mentre c'è un notevole dibattito sui prossimi passi della Fed nelle sue restanti due riunioni di quest'anno, l'audace inizio del suo ciclo di allentamento ha implicazioni sostanziali per i mercati europei e l'euro.
La reazione immediata del mercato e le implicazioni sul futuro
Wall Street ha chiuso in ribasso mercoledì, probabilmente a causa di una reazione "sell the fact", poiché i mercati avevano già recentemente scontato il taglio dei tassi della Fed.
Tuttavia, il sentiment di rischio potrebbe tornare, con le azioni in tutta la regione Asia-Pacifico in rialzo giovedì e i future che indicavano stamane un'apertura più alta sia nei mercati azionari statunitensi che in quelli europei. L'euro e la sterlina britannica si sono stranamente indeboliti rispetto al dollaro USA prima di riprendersi, dato che comunque la Banca centrale europea e la Banca d'Inghilterra sono state meno accomodanti della Fed.
La decisione della BoE è attentamente monitorata
Proprio la decisione sui tassi della Banca d'Inghilterra, prevista per oggi, sarà attentamente monitorata poiché la banca è destinata a mantenere il tasso di riferimento al 5%, rispetto al nuovo intervallo della Fed del 4,75%-5% dopo il taglio.
Il taglio dei tassi della Fed segna un punto di svolta per i mercati globali, poiché un contesto di tassi di interesse più bassi indica una maggiore liquidità circolante, che a sua volta potrebbe ridurre la pressione sulle altre banche centrali nel dover mantenere tassi più elevati. È probabile che la Banca centrale europea continui con la riduzione del costo del denaro, ma la domanda chiave è quanto e quanto rapidamente procederà per il resto dell'anno.
Se il ritmo dei tagli dei tassi della BCE fosse più lento di quello della Fed, l'euro potrebbe subire una pressione al rialzo rispetto al dollaro USA. Ma nel frattempo, stando alle decisioni monetarie attuali, la continua debolezza del dollaro potrebbe sostenere i prezzi delle materie prime, il che avvantaggerebbe le valute legate alle commodities come il dollaro australiano, il dollaro canadese e il dollaro neozelandese.
In termini di classi di attività, il denaro contante potrebbe diventare meno attraente, poiché le banconote sarebbero in grado di generare rendimenti potenzialmente inferiori.
Vantaggi per diversi settori
Di conseguenza, il cosiddetto "denaro caldo" potrebbe tornare sui mercati, confluendo in azioni, materie prime, obbligazioni e proprietà.
Nel mercato azionario, i settori esposti a livelli di debito elevati, come small cap, servizi di pubblica utilità e proprietà, probabilmente trarranno vantaggio da tassi di interesse più bassi. Questo cambiamento potrebbe portare i fondi di investimento a ruotare dalle azioni a grande capitalizzazione verso società più piccole alla ricerca di rendimenti più elevati.
La tendenza è già emersa a Wall Street quest'anno (con il benchmark del Russel 2000) e si riflette in Europa. Di conseguenza, l'indice Euro Stoxx Small 200 potrebbe iniziare a sovraperformare l'indice Euro Stoxx 50.
Inoltre, vale la pena tenere d'occhio gli asset correlati alle materie prime, come i metalli industriali sensibili alla crescita e l'energia, in particolare petrolio greggio e rame. Non da ultimo, la recente sottoperformance dei titoli minerari ed energetici in Europa potrebbe rappresentare un'opportunità di ripresa.
Perché la Fed ha abbondato con il primo taglio?
Il primo taglio “maxi” ha verosimilmente segnalato che la Federal Reserve aveva mantenuto i tassi a livelli elevati per troppo tempo, rimanendo indietro rispetto alla maggior parte delle altre banche centrali. È infatti sembrato esserci l’urgenza di ridurre rapidamente il costo del denaro per prevenire un ulteriore deterioramento del mercato del lavoro statunitense.
I dati recenti mostrano un trend in aumento della disoccupazione, che potrebbe influire negativamente sulla spesa dei consumatori e sulla crescita economica. Il comitato ha aumentato la sua proiezione mediana per il tasso di disoccupazione al 4,4% entro la fine dell'anno, rispetto al 4% precedentemente previsto.
Nella sua dichiarazione post-riunione, la Fed ha indicato che i rischi per l'occupazione e l'inflazione sono ora più o meno bilanciati e rimane fortemente impegnata a sostenere la massima occupazione. Tuttavia, il generoso taglio non è stato guidato dai crescenti rischi di una crisi economica o di una recessione.
Un atterraggio morbido per l'economia è infatti ancora considerato realizzabile, secondo i recenti dati economici. Il presidente della Fed Jerome Powell ha affermato: "Non vedo nulla nell'economia in questo momento che suggerisca che la probabilità di una crisi sia elevata".
Comunque sia, l'approccio aggressivo di "front-loading" della Fed per avviare il ciclo di allentamento non dovrebbe stabilire il ritmo per le decisioni future, che saranno prese "riunione per riunione" (giusto per non perdere l’abitudine…).
Il Dot Plot della Fed (stime dei decisori per i tassi di interesse futuri) indica un ulteriore taglio dello 0,5% nel 2024 e un taglio percentuale completo nel 2025.
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