I giovani sono spesso accusati di avere cattive abitudini finanziarie. Eppure, i dati mostrano che molte persone sui 20 anni stanno già attuando sane abitudini di gestione delle proprie entrate e spese.
Secondo il Savings and Resilience Barometer di Hargreaves Lansdown, si stima che il 30% dei 20-24enni abbia risparmi "per ogni evenienza", e questa cifra sale al 53% per i 25-29enni.
Ciò nonostante, i ventenni hanno mediamente circa 10-20€ al mese del loro reddito da mettere da parte, mentre quelli tra i 25 e i 29 anni hanno una capacità di risparmio di circa 80-90€ al mese, secondo quanto riportato da Emma Wall, responsabile della ricerca e analisi sugli investimenti presso Hargreaves Lansdown.
In ogni caso, creare il proprio progetto finanziario può sembrare di difficile realizzazione specialmente in giovane età, ma è possibile.
Pianificare in anticipo il proprio futuro
La finanza comportamentale è una materia utile da conoscere. Si riferisce a ciò che entra in gioco, da un punto di vista emotivo, quando si prendono decisioni finanziarie. Ad esempio, suggerisce che la maggior parte delle persone è molto più propensa a gravitare verso le proprie esigenze attuali piuttosto che concentrarsi sulle necessità future, come investire per la pensione.
La responsabile delle finanze personali di Hargreaves Lansdown, Sarah Coles, ha affermato: "Non temere. Con un po' di pianificazione, non è necessario sacrificare tutto per il tuo futuro. A 20 anni, ma anche a 30 e 40, hai il tempo dalla tua parte e il potere dell'interesse composto da sfruttare".
In sostanza, ciò significa dare tempo ai soldi di crescere.
Coles ha anche osservato che è importante valutare attentamente qualsiasi investimento poiché tutti comportano dei rischi e non vi è alcuna promessa di rendimenti, tanto meno elevati.
Storicamente, allocare i propri risparmi in asset finanziari fruttiferi è di gran lunga migliore rispetto al semplice deposito in contanti, specie se si pensa al “parcheggiare” la propria liquidità su un classico conto corrente (che rende, in media, il -2% annuo – se vi state chiedendo come sia possibile avere un rendimento negativo lasciando fermi i propri soldi in banca, la risposta è semplice: l’inflazione erode annualmente il capitale di ognuno di noi, solo che lo fa in maniera silenziosa).
Comunque sia, sfruttare un buon conto deposito che offre un adeguato tasso di interesse (anche a breve termine) può essere sicuramente utile, sia per poter ottenere un ritorno positivo, sia per essere liberi di movimentare i propri soldi in caso di necessità o imprevisti.
Coles ha inoltre sottolineato l'importanza di avere abbastanza denaro da parte per coprire almeno tre mesi di spese essenziali, in altre parole, avere abbastanza soldi da parte per restare a galla in tempi di difficoltà finanziarie.
"Impostare un addebito diretto il giorno della paga significa che non devi ricordarti di dare priorità alla tua salute finanziaria ogni mese. La maggior parte delle piattaforme ti consente di impostare un piano di investimento regolare a partire da sole 25€ al mese", ha aggiunto Sarah Coles.
Quali investimenti dovrebbero cercare le persone sui 20-30 anni?
Per chi è sei all'inizio del percorso di investimento, può essere difficile comprendere da dove iniziare. Una componente essenziale del processo è informarsi sui diversi tipi di attività finanziarie a disposizione e su ciò che si correla meglio con gli obiettivi finanziari e le circostanze attuali di ciascuno.
Quando si è intorno ai 20-30 anni, si è in una fase di accumulo: si sta ottenendo denaro dagli investimenti e, versando periodicamente, si sta facendo affidamento su di essi per ottenere un reddito-extra momentaneo. In realtà, tutto sta a come un giovane decide di impiegare questi guadagni derivanti dai propri asset: infatti, un discorso è spenderli per scopi ludici, un altro è reinvestirli e/o creare un “gruzzolo” per la previdenza complementare, sfruttando l’opportunità del lungo termine.
Il lungo orizzonte temporale offre per l’appunto la possibilità di costruire il proprio portafoglio finanziario ideale, che sarà essenzialmente composto da una raccolta di una moltitudine di strumenti finanziari diversificati, come ETF, obbligazioni e azioni.
Emma Wall di Hargreaves Lansdown è del parere che "tra l'80 e il 100% del tuo portafoglio dovrebbe essere in azioni, con circa la metà di questa allocazione in azioni statunitensi, un ulteriore 20% in azioni Europa, il 5% in Giappone e il resto nei mercati emergenti".
Un'altra opzione suggerita da Emma Wall potrebbe essere quella di acquistare un singolo fondo che sia una combinazione di liquidità, azioni e obbligazioni in un unico investimento.
Attuali tendenze di investimento
Con la costante innovazione tecnologica e la crescita dei "finfluencer" sulle piattaforme dei social media, molti giovani trovano significativamente più facile accedere alle informazioni finanziarie e alle opportunità di investimento.
Secondo un sondaggio di opinione condotto da Hargreaves Lansdown su 2.000 persone, circa il 21% degli investitori di età compresa tra 18 e 34 anni riceve previsioni di mercato e consigli azionari da Instagram, il 16% si rivolge a Facebook, il 14% è stato ispirato da Reddit e l'8% ha guardato video su TikTok.
Naeem Aslam, responsabile degli investimenti di Zaye Capital Markets, ha affermato: "Mentre la Gen Z potrebbe credere che ci siano numerose risorse aperte e gratuite a disposizione per ottenere informazioni utili per le proprie decisioni di investimento, il che spesso si allinea alla realtà, è fondamentale riconoscere che l'esperienza è il fattore più prezioso.
"Ciò che intendiamo con questo è che un consulente finanziario, avendo visto situazioni simili in precedenza, avrebbe una migliore esperienza negli investimenti, nella diversificazione del capitale disponibile e nella produzione di un rendimento significativamente più elevato".
In sostanza, cercare informazioni finanziarie a qualsiasi età è una buona idea, ma bisogna assicurarsi di trattarle con cautela, a prescindere dalla fonte dalla quale provengono (eh sì, bisogna prestare attenzione anche ai consulenti finanziari, non solo ai “fininfluencer”). In aggiunta, è anche importante riservarsi del tempo per verificare le informazioni o fare ricerche approfondite su eventuali nuove idee o pensieri che si possono aver elaborato. Ed è sempre meglio discuterne almeno con un professionista finanziario prima di prendere decisioni affrettate.
I tre errori più comuni per cui si perdono soldi quando si investe
Warren Buffett, in una delle sue lettere agli azionisti di Berkshire Hathaway, ha descritto con grande precisione quali siano, generalmente, i tre principali errori per cui le persone ottengono delle perdite dai propri investimenti:
- Acquistare un asset quando ormai tutti ne parlano da tempo e nel momento in cui si stanno iniziando a manifestare le prime prese di profitto da parte degli altri investitori: in sostanza, si decide di entrare quando è troppo tardi, ossia all’inizio della discesa; l’altra faccia della medaglia si ha quando, spaventati dalle perdite che si stanno registrando da diversi periodi, si decide di vendere un particolare strumento senza aspettarne una ripresa o, meglio ancora, acquistarne altre quote a prezzi scontati.
- Investire sulla base del “sentito dire”, vale a dire cioè senza aver analizzato con cura l’attività finanziaria prescelta e senza averla comparata con un metodo preciso con le altre a disposizione;
- Acquistare e vendere in continuo, senza dare il tempo necessario ai propri investimenti di poter fruttare quanto preventivato e pagando commissioni di trading più o meno elevate.
Un portafoglio valido per tutti
Il sottotitolo vuole essere una sorta di provocazione, nel senso che ovviamente non esiste un asset allocation che sia valida per chiunque: anzi, una corretta profilatura dell’investitore (patrimonio a disposizione, tolleranza al rischio, orizzonte temporale, obiettivi personali, situazione familiare e lavorativa ecc.) è alla base di qualsiasi progetto di investimento.
Tuttavia, se volessimo tracciare delle linee-guida universali, potremmo riportare le seguenti ripartizioni:
- 60% azionario, di cui il 50% su ETF globali, il 20% su ETF USA (S&P 500), 15% su ETF Europa, 10-5% su ETF emergenti, ed il rimanente 10-5% da allocare su azioni singole;
- 30% obbligazionario, preferibilmente prediligendo obbligazioni investment-grade (specie governative di Paesi White-List, per usufruire di una tassazione minore) e impiegando una piccola parte del capitale in un ETF composto da obbligazioni high-yield;
- 10% materie prime, favorendo in particolare un ETF che investa solo in oro ed aggiungendone anche un secondo a più ampio spettro.
Logicamente, le percentuali di divisione delle macro asset class variano con l’età dell’investitore perché, per ricollegarci a quanto trattato all’inizio dell’articolo, i più giovani possono investire maggiormente nell’azionario in quanto il lungo orizzonte temporale permette di poter recuperare più agevolmente eventuali perdite; al contrario, i meno giovani, dovrebbero ridurre l’esposizione ad asset più rischiosi in favore di strumenti “più sicuri”, volti alla conservazione del patrimonio.
Infine, non aver destinato una percentuale ad un fondo pensione non è stata una dimenticanza: oggi, le attività a disposizione in Italia non sembrano essere così allettanti da un punto di vista del rapporto rendimenti/costi. Dunque, a meno che non si abbia tempo e conoscenze per scegliere il fondo pensione che si ritiene essere il più idoneo, è più conveniente accantonare i proventi derivanti dagli altri investimenti al fine di costruirsi un proprio capitale dedicato a tale scopo.
Disclaimer: Il presente articolo ha un puro scopo informativo e non costituisce raccomandazione di investimento. Tutti i diritti riservati.