Ecco perché le azioni tedesche sono scambiate a livelli record nonostante il pericolo recessione

Ecco perché le azioni tedesche sono scambiate a livelli record nonostante il pericolo recessione

Il DAX, il principale indice azionario tedesco, ha recentemente raggiunto nuovi massimi da record, sfidando le fosche prospettive economiche della Germania che molti economisti ritengono potenzialmente essere in grado di far precipitare la Nazione in una recessione tecnica già entro la fine del trimestre in corso. Eppure, nonostante il rischio di contrazione dell’economia, la crescita guidata dall'intelligenza artificiale di SAP ha notevolmente fatto incrementare l’intero benchmark di riferimento teutonico, in netto contrasto con il calo dei principali titoli automobilistici.

In effetti, questa straordinaria performance di mercato del colosso tech si contrappone nettamente al forte downtrend osservato tra le case automobilistiche tedesche: BMW AG, Mercedes-Benz AG, Porsche AG e Volkswagen AG hanno tutte subito contrazioni più o meno significative e nessuna di queste ha registrato rendimenti positivi quest'anno, almeno finora.

Inoltre, se le aspettative riguardanti il fatto che la Banca centrale europea avvii un ciclo di tagli dei tassi di interesse, sulla scia dal calo dell'inflazione, hanno certamente rafforzato il sentiment in tutti i mercati europei, il DAX ha però nettamente superato le controparti del Vecchio Continente. Infatti, indici come il CAC 40 francese, l'IBEX 35 spagnolo, il nostro FTSE MIB e il FTSE 100 britannico sono rimasti tutti indietro se analizzati nei primi mesi dell’anno.

Oltre a ciò, pur essendo lievemente aumentati i costi di produzione, i prezzi dei combustibili fossili (in particolare del gas naturale e del petrolio) si sono per contro allentati, il che è stato un vantaggio per un’economia come quella tedesca che risulta ancora ad alta intensità energetica, offrendo così un parziale sollievo ai costi di input per le aziende.

Tuttavia, come già accennato, un fattore determinante che ha dato al DAX un vantaggio rispetto ai pari è probabilmente derivato dalle straordinarie prestazioni della sua principale azienda di software e tecnologia, ossia SAP, che sta raccogliendo i frutti della crescita guidata dall'intelligenza artificiale.

I problemi economici della Germania persistono

La resilienza del DAX è in netto contrasto con le prospettive economiche purtroppo sempre più cupe della Germania.

Il PIL della nazione si è contratto dello 0,1% nel secondo trimestre del 2024, seguendo la crescita dello 0,3% dell'eurozona nello stesso periodo. Il settore manifatturiero, storicamente un pilastro dell'economia teutonica, è impantanato in una recessione strutturale. L'indice S&P Global Purchasing Managers' Index (PMI) per la Germania è scivolato ulteriormente in contrazione ad agosto, raggiungendo un minimo di cinque mesi, estendendo una flessione che persiste da metà 2022.

"La recessione nel settore manifatturiero tedesco si sta trascinando molto più a lungo di quanto chiunque si aspettasse", ha commentato Cyrus de la Rubia, economista capo presso la Hamburg Commercial Bank.

Storicamente, il settore si è sempre ripreso entro 20 mesi dopo una flessione, ma questa volta la situazione è diversa, con la crescente concorrenza della Cina che esacerba le sfide affrontate dai produttori, in particolare nell'ingegneria automobilistica e meccanica.

L'indice ifo Business Climate, che riflette i sentimenti di circa 9.000 aziende tedesche in vari settori, è sceso a 86,6 punti ad agosto dagli 87 di luglio, segnando un nuovo minimo di cinque mesi. "L'economia tedesca sta sempre più cadendo in crisi", ha avvertito Clemens Fuest, presidente dell'istituto ifo.

Gli fa eco Ralph Solveen, vicedirettore della ricerca economica presso Commerzbank AG: "L'attuale rinnovata delusione tra le aziende è più difficile da spiegare e l'incertezza tra i consumatori sembra durare più a lungo. A ciò si aggiungono i numerosi problemi strutturali nell'economia del Paese".

SAP è il motore chiave dei guadagni del DAX

Dunque, un fattore critico nella performance superiore del DAX è la straordinaria crescita di SAP, la principale azienda tedesca di software e tecnologia. Questa è stata in prima linea nell'espansione guidata dall'intelligenza artificiale, con le sue azioni in aumento del 42% da inizio anno fino al 3 settembre, dopo un aumento del 45% nel 2023.

A conti fatti, oltre un terzo dei guadagni del DAX di quest'anno può pertanto essere attribuito alla sola performance di SAP.

Il successo di tale azienda è sostenuto dalla forte crescita dei ricavi cloud, che sono saliti del 25% anno su anno a 4,15 miliardi di euro nel secondo trimestre del 2024. Gli utili complessivi dell'azienda hanno superato le aspettative degli analisti dello 0,5%, aumentando del 9,7% anno su anno, mentre l’EBIT ha superato le previsioni del 7,4%, salendo del 35% YoY.

"Il nostro slancio di crescita cloud è rimasto forte nel secondo trimestre, con Business AI che ha reso possibili molti accordi. Allo stesso tempo, continuiamo a investire nella nostra trasformazione per diventare leader in Business AI. Considerati i nostri progressi e la solida pipeline, siamo fiduciosi di raggiungere una crescita accelerata del fatturato fino al 2027", ha affermato Christian Klein, CEO di SAP.

Secondo l'analista di Goldman Sachs Mohammed Moawalla: "SAP è ben posizionata per trarre vantaggio dal prossimo ciclo Gen-AI, guidato dal solido slancio del prodotto S/4HANA. Il management si è impegnato a integrare l'AI aziendale nel suo portafoglio, con l'AI che ora svolge un ruolo fondamentale nel 20% di tutti gli accordi".

Inoltre, si prevede che l'uso strategico dell'AI generativa da parte di SAP genererà significative sinergie di costo all'interno della sua forza lavoro, con efficienze nell'ordine dei milioni a tre cifre che probabilmente saranno realizzate entro l'anno fiscale 2025.

Questo approccio supporta la visione secondo cui SAP è ben posizionata per capitalizzare il ciclo Gen-AI, che dovrebbe generare una crescita annuale composta di circa il 25% nei ricavi del cloud tra il 2024 e il 2028.

Allora forse diventa lecito pensare che, in un mondo che sta cambiando e che è in continua evoluzione, anche gli storici pilastri dell’economia tedesca (leggasi i differenti settori della manifattura) sono destinati ad essere rimpiazzati, complici anche una concorrenza (sleale?) degli Emergenti – su tutti la Cina – e gli obblighi burocratici imposti dall’UE in tema di transizione energetica. Obblighi che altrove non vengono neppure contemplati.

Sarà necessario verificare però quanto (e per quanto) l’IA sia in grado di sostituirsi realmente a quelle che per decenni sono state le colonne portanti della locomotiva d’Europa.

Disclaimer: Il presente articolo ha un puro scopo informativo e non costituisce raccomandazione di investimento. Tutti i diritti riservati.

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