Il Rassemblement National di Marine Le Pen guida la corsa elettorale con il 33% dei voti. Gli analisti prevedono un parlamento “in stallo”, ossia uno schieramento sì politico vincitore ma privo della maggioranza assoluta, come risultato più probabile, che verosimilmente si tradurrà in politiche fiscali moderate e comporterà una ridotta volatilità del mercato.
Il primo turno delle elezioni legislative francesi si è quindi concluso con il Rassemblement National di Marine Le Pen che ha ottenuto il 33% dei voti, superando il blocco di sinistra che ha totalizzato il 28% e l'alleanza centrista del presidente Emmanuel Macron, che ha invece ottenuto il 22%.
Mentre la Nazione si dirige verso il secondo turno di votazioni del 7 luglio, incombe la possibilità di formare in Francia il primo governo di estrema destra dall’epoca della seconda guerra mondiale, con il 28enne Jordan Bardella pronto a diventare Primo Ministro.
La domanda chiave è però se tale partito otterrà una maggioranza assoluta, uno scenario che potrebbe avere un impatto significativo sia in termini di politica fiscale del Paese sia di stabilità finanziaria.
In realtà, le reazioni iniziali del mercato suggeriscono che i timori degli investitori derivanti dal predominio dell'estrema destra sono in qualche modo diminuiti. Basti pensare che l'indice francese CAC 40 ha aperto con un rialzo di oltre il 2% nella giornata di ieri, prima di ridurre i guadagni all'1,3% intorno alle 14:00 ora locale, dopo ben due settimane di discesa inesorabile.
Inoltre, il rendimento dell'OAT francese a 10 anni è salito di soli 2 punti base al 3,32%, ma lo spread rispetto al bund si è addirittura ridotto di 6 punti base (bps) a 74 bps.
Il cauto ottimismo del mercato potrebbe altresì riflettere un consenso più ampio sul fatto che una maggioranza guidata da Bardella ma senza i numeri per governare sia il risultato più probabile, favorendo quindi un governo tecnico oppure una coalizione dalle grandi intese, scongiurando gli estremi dei cambiamenti di politica fiscale.
Tuttavia, il potenziale per un cambiamento significativo persiste, e i mercati nazionali ed europei attendono ancora con ansia i risultati finali la prossima settimana.
Reazioni del mercato e approfondimenti degli analisti
Il capo stratega di BBVA, Alejandro Cuadrado, ha evidenziato le potenziali implicazioni di mercato di una maggioranza di estrema destra. Ha osservato: "Nel caso in cui il Raggruppamento Nazionale (RN) di Marine Le Pen ottenga la maggioranza assoluta, l’euro potrebbe affrontare ulteriori venti contrari a breve termine".
Cuadrado ha spiegato che la vittoria meno comoda del RN al primo turno, che ha ottenuto circa il 33,2% dei voti (tre punti percentuali in meno rispetto a quanto indicato da alcuni sondaggi), riduce la probabilità di una maggioranza assoluta. Ha anche osservato che i partiti di sinistra potrebbero ritirare i loro candidati in alcuni distretti per consolidare i voti contro il RN, portando potenzialmente a un parlamento paralizzato dall’assenza di un governo univoco.
Un tale scenario ostacolerebbe cambiamenti legislativi significativi, impedendo ulteriori squilibri fiscali e stabilizzando la moneta unica.
Gli analisti di Danske Bank prevedono a tal proposito una probabilità del 55% di assistere ad un parlamento in impasse, portando a un governo dipendente dal supporto legislativo ad hoc, che richiede compromessi e larghe vedute. Data la divisione nel parlamento francese, Danske Bank ritiene improbabile che il nuovo governo possa ottenere sostegno per aumenti sostanziali della spesa.
"La spesa pubblica in Francia non è destinata ad aumentare in modo significativo", hanno affermato, prevedendo che lo spread di rendimento a 10 anni tra Francia e Germania si restringerebbe a 40-60 punti base entro tre mesi, man mano che i timori di una maggiore spesa si attenuano.
In uno scenario in cui il partito di Le Pen ottiene la maggioranza assoluta, gli analisti di Danske Bank prevedono comunque un'implementazione graduale del loro programma, senza grandi aumenti immediati della spesa pubblica. Secondo l'istituzione danese, le ambizioni di rendere la politica fiscale sostanzialmente più espansiva verrebbero frenate dal rischio di esclusione dai programmi di sostegno dell'Unione Europea e della Banca Centrale Europea o da reazioni avverse del mercato finanziario.
Quindi, anche in questo scenario, Danske Bank prevede che lo spread dei rendimenti a 10 anni si restringerà a 50-60 punti base entro tre mesi.
Nello scenario meno probabile in cui la coalizione di sinistra New Popular Front (NPF) ottenga la maggioranza assoluta, Danske Bank prevede invece un aumento della spesa pubblica e potenziali scontri con l'UE. Questo scenario potrebbe causare un aumento significativo dello spread tra i rendimenti a 10 anni francesi e tedeschi a 100-150 punti base entro tre mesi, riflettendo le crescenti preoccupazioni del mercato.
Luca Cigognini, stratega di mercato di Intesa Sanpaolo, ha osservato che la mancanza di una maggioranza assoluta per il partito di Le Pen al primo turno ha fatto sì che si rafforzasse il cambio EUR/USD. Nonostante questo rimbalzo, Cigognini ha avvertito che non è sufficiente a segnalare un cambiamento fondamentale nel sentiment verso la moneta unica.
Philippe Ledent, economista senior di ING Group, ha osservato che mentre RN è in testa in 297 circoscrizioni con 37 candidati eletti direttamente, raggiungere una maggioranza assoluta richiederebbe che tutti i voti del primo turno vengano trasferiti al secondo turno, una prospettiva piuttosto impegnativa. "Il partito Rassemblement National di Marine Le Pen è ancora nella posizione migliore per ottenere una maggioranza assoluta, ma il dado è tutt'altro che tratto", ha spiegato.
Ledent ha inoltre avvertito che un governo di estrema destra potrebbe destabilizzare le istituzioni francesi e introdurre misure economicamente impattanti sul bilancio statale. Ha sottolineato poi che le possibilità della coalizione di sinistra di assicurarsi una maggioranza assoluta sono scarse, basandosi in gran parte sui ritiri dei candidati al terzo posto e sui significativi trasferimenti di voti elettorali.
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