Gli asset europei affrontano una sessione di avversione al rischio dopo i risultati delle elezioni parlamentari del fine settimana. L'euro ha registrato la peggiore performance in soli due giorni rispetto al dollaro, scendendo dello 0,6% in rapporto alla moneta USA (calo che, combinato con la perdita di un ulteriore 0,8% di venerdì scorso, fa registrare il peggior momento per la nostra valuta da febbraio 2023) e raggiungendo così il valore di cambio di 1,0760.
Inoltre, nel mercato azionario, tutti gli indici europei sono stati scambiati in territorio negativo. Il CAC 40 di Parigi è stato il più colpito, in calo dell'1,7%, sulla buona strada per la sua peggiore sessione in quasi un anno.
Le azioni francesi hanno registrato una riduzione diffusa, con un impatto particolare su banche come Societe Generale e BNP Paribas, in calo rispettivamente del 7% e del 5%. Inoltre, società a grande capitalizzazione come Hermes e LVMH sono scese di circa il 2%.
L'indice DAX tedesco si è contratto dello 0,7%, mentre il FTSE MIB italiano ha perso lo 0,9%. L'indice europeo più ampio Euro Stoxx 50 è sceso dell'1,2% e l'Euro Stoxx 600 è sceso dello 0,6%.
I risultati delle elezioni rivelano l'ascesa dei partiti di estrema destra
Nonostante l'attuale coalizione di maggioranza nel Parlamento europeo, composta dal Partito Popolare Europeo di centro-destra (PPE), dai Socialisti e Democratici di centro-sinistra (S&D) e dal gruppo liberale Renew mantenga la leadership, lo shock è arrivato dai risultati in Francia e Germania, tra le due principali potenze europee.
In Germania, il Partito Socialdemocratico del Cancelliere Olaf Scholz ha ottenuto il suo peggior risultato di sempre, scendendo al terzo posto dietro l'estrema destra Alternativa per la Germania. In Francia, il Presidente Macron ha inaspettatamente indetto elezioni legislative anticipate dopo che il suo partito Rinascimento ha ottenuto risultati inferiori rispetto al Raggruppamento Nazionale di Marine Le Pen. Il primo turno delle elezioni legislative è previsto per il 30 giugno, mentre il secondo turno si terrà il 7 luglio.
In Italia, il partito di destra Fratelli d'Italia del Primo Ministro Giorgia Meloni ha migliorato significativamente la sua posizione, assicurandosi il 28,8% dei voti. Questa è più di quattro volte la sua quota nelle elezioni UE del 2019 e supera il 26% ottenuto nelle elezioni nazionali del 2022 quando è salito al potere.
Mentre il PPE ha ottenuto il maggior numero di seggi, rafforzando la candidatura di Ursula von der Leyen per un secondo mandato come Presidente della Commissione, l'ascesa dei partiti di estrema destra all'opposizione pone una sfida per l'approvazione di leggi chiave necessarie per affrontare questioni di sicurezza, politiche energetiche e alleanze militari.
Il pensiero degli analisti
Luca Cigognini, stratega di mercato presso Intesa Sanpaolo, ha osservato che le significative sconfitte di Macron e Scholz hanno avuto un forte impatto sulla performance dell'EUR/USD all'apertura del mercato europeo.
Nello specifico, ha osservato che l'EUR/USD non è riuscito a mantenere il supporto tecnico di 1,0800, scivolando a 1,0750. "È possibile che questa mossa derivi da una reazione emotiva e sia di breve durata", ha aggiunto Cigognini, sottolineando l'importanza di mantenere il livello di supporto di 1,0740 per evitare un trend ribassista più ampio verso 1,0680.
Pablo Zaragoza, responsabile di European Macro and Rates presso BBVA, ha indicato che, sebbene i risultati delle elezioni europee siano stati degni di nota, non sono stati del tutto sorprendenti da una prospettiva aggregata. I partiti tradizionali hanno mantenuto la maggioranza in parlamento, sebbene abbiano perso terreno rispetto ai gruppi di estrema destra.
Ha sottolineato che "il diavolo è nei dettagli 'nazionali', in particolare in Francia". Zaragoza ha anche suggerito che l'umore avverso al rischio innescato dai risultati elettorali avrebbe probabilmente messo pressione sui rendimenti reali, soprattutto in Francia e Italia, mentre paesi come Portogallo e Spagna potrebbero continuare a sovraperformare.
Chris Turner, Global Head of Markets di ING, ha sottolineato che le elezioni francesi programmate per il 30 giugno potrebbero pesare sulla valuta per tutto il mese in corso.
Ha descritto la mossa come una scommessa, chiedendosi se l'elettorato francese desideri davvero un governo di estrema destra o se sia un'opportunità per dare all'elettorato tre anni per sperimentare un governo del genere prima delle elezioni presidenziali del 2027.
Turner ha anche osservato che "i rischi di un altro scomodo CPI core statunitense dello 0,3% mese su mese probabilmente manterranno il dollaro in ascesa fino a quando non sentiremo la Fed mercoledì sera".
Alcune curiosità sulle reazioni dei mercati
Eh sì, perché è senz’altro curioso e, a mio modesto parere, straordinariamente immotivato, come i mercati finanziari tendano, ogni qual volta alle elezioni “vinca” un partito di destra (poco importa se a livello nazionale o europeo), a penalizzare le performance, facendo registrare perdite più o meno considerevoli e determinando un aumento – nel caso del nostro Paese – dello spread BTP-Bund.
La stranezza, per così dire, risiede nel fatto che non vi è alcuna reale né razionale motivazione in questo tipo di reazione: basti pensare che, ad esempio, le politiche delle destre sono tendenzialmente a favore dello sviluppo industriale, del capitalismo e del rafforzamento della “potenza Europa” nel mondo.
Quindi è anomalo che una vittoria dei conservatori (o dei cosiddetti populisti) possa favorire un calo sui mercati delle società quotate.
Ma questo effetto ribassista è ancora più insensato se si spende qualche ora del proprio tempo a leggere taluni punti del programma politico presentato da un partito di sinistra italiano proprio in vista delle recenti elezioni europee, che riporto testualmente:
“Introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie, che copra azioni, obbligazioni e derivati, con un’aliquota sufficientemente alta da scoraggiare la speculazione”. E ancora:
“Convocare una conferenza europea sul debito, con lo scopo di raggiungere un accordo per la ristrutturazione e la mutualizzazione da parte della BCE di quella parte del debito pubblico di tutte le economie dell’area dell’euro che superi il 60% del PIL dei singoli paesi. Ciò potrebbe avvenire attraverso uno scambio di obbligazioni esistenti con nuove obbligazioni, acquistate dalla BCE al valore nominale con un tasso di interesse dello 0 % e con l’obiettivo di mantenerle in perpetuo nel proprio bilancio”. Non si deve essere dei fini analisti per comprendere come una proposta del genere sia totalmente insensata.
Eppure, nonostante tutto ciò, i mercati tendono a premiare la sinistra e personaggi politici come lo stesso Macron, il quale fino a qualche giorno fa spingeva per l’invio di truppe dei vari Paesi europei in Ucraina a combattere contro la Russia, col rischio (a quel punto realmente concreto) di trascinare l’intero pianeta verso la terza guerra mondiale. Il suo passo indietro e l’indizione di elezioni nazionali anticipate avrebbero dovuto dunque far scaturire, se non una performance positiva, quanto meno un senso di sollievo in termini di non escalation militare.
Curioso, illogico e strano – ma vero – l’universo finanziario sembra non tenere in considerazione questi aspetti concreti, anzi pare andarvi contro con tutte le proprie forze.
Del resto, comprendere l’irrazionalità umana e, più limitatamente, quella dei mercati, è stato un compito non riuscito a menti brillanti, tra cui Isaac Newton o, per tornare ai giorni nostri, Warren Buffett.
Non c’è dunque da stupirsi se neanche il sottoscritto potrà trovarvi spiegazione.
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