Dopo l'euforia sui mercati azionari che ha accolto la vittoria del presidente eletto Donald Trump, gli analisti hanno esaminato cosa potrebbe fare bene ai risparmiatori che pianificano la gestione delle proprie finanze a lungo termine.
In primis, c’è da dire che gli investitori non dovranno aspettare molto per vedere se Donald Trump manterrà tutte le sue promesse in qualità di 47° presidente degli Stati Uniti. Se lo farà, è probabile che il suo programma porti ad una profonda riorganizzazione del panorama economico e politico.
Il giorno stesso delle elezioni, i principali mercati azionari statunitensi, il dollaro e le criptovalute hanno reagito con entusiasmo, cavalcando un'enorme ondata di speranza e ottimismo sul fatto che Trump avrebbe seguito una politica espansionistica e avrebbe dato una spinta alla crescita economica degli Stati Uniti.
"C'è molto da considerare sotto il ritorno di un'amministrazione Trump e ciò che ha funzionato per gli investitori subito dopo le elezioni potrebbe non rimanere tale nel lungo termine", avverte Dan Coatsworth, analista di investimenti presso AJ Bell.
Il progetto del Tycoon per l'economia
Il presidente eletto aveva due misure chiave nel suo programma durante la campagna, ossia tagliare l'imposta sulle società dal 21% al 15% per le aziende che producono negli Stati Uniti e imporre nuove tariffe commerciali sulle importazioni.
Abbassare le tasse è musica per le orecchie dei leader aziendali, poiché significa che ci sono più soldi da reinvestire o utilizzare "per riacquistare azioni o per pagare dividendi", afferma Coatsworth, aggiungendo che "un aumento degli utili al netto delle imposte si tradurrebbe in teoria in un prezzo delle azioni più alto. Una maggiore fiducia tra le aziende potrebbe spingerle a investire più denaro per sostenere la loro crescita e ciò potrebbe alimentare l'economia".
Tuttavia, aumentare le tariffe commerciali potrebbe far aumentare l'inflazione, che è crollata dopo aver raggiunto il picco del 9,1% nel 2022 ed è quasi tornata all'obiettivo del 2% della Fed. Però Trump ha giurato che non appena messo piede nella Casa Bianca, "l'inflazione scomparirà completamente". Ma nonostante l'ottimismo, molti operatori restano preoccupati, tra cui sedici economisti vincitori del premio Nobel che hanno firmato una lettera a giugno esprimendo il timore che le proposte di Trump potrebbero riaccendere l'inflazione.
"Imporre grandi tariffe sui beni importati (Trump ha proposto tariffe del 60% sui beni dalla Cina e fino al 20% sul resto del mondo) farebbe aumentare significativamente i prezzi poiché i costi aggiuntivi vengono trasferiti al cliente finale", afferma Coatsworth. Ciò potrebbe comportare una domanda inferiore, danneggiando le aziende estere (o quelle statunitensi dedite all’import o che producono fuori dagli USA).
Un altro cavallo di battaglia del Presidente, ovverosia una stretta sull'immigrazione, potrebbe portare a salari più alti, poiché molte aziende americane si trovano ad affrontare un bacino sempre più ridotto di lavoratori originari degli Stati Uniti “felici” di accettare lavori sottopagati.
Il rischio del cambio di tendenza per i tassi di interesse
L'incertezza sull'inflazione potrebbe anche cambiare l'approccio della Fed al taglio dei tassi, lasciando potenzialmente il costo del denaro più alto per più tempo.
"Sebbene potremmo ancora assistere a tagli dei tassi nel breve termine, la Federal Reserve potrebbe non ridurre in modo così duro e veloce come si pensava in precedenza se l'inflazione si rafforzasse una volta che Trump desse vita alle proprie politiche", afferma Coatsworth. Ha aggiunto che questo scenario è "l'opposto di ciò che i mercati azionari hanno prezzato", il che significa che la marea potrebbe cambiare sui mercati azionari statunitensi, forse anche già al minimo segnale di inversione di rotta della Federal Reserve.
Al contrario, per quanto riguarda l'Europa, politiche protezionistiche come una tariffa commerciale dagli Stati Uniti potrebbero spingere la BCE a tagliare i tassi più velocemente del previsto per stimolare la crescita economica, già compromessa da numerosi altri fattori.
Ma non solo: "Le tariffe presentano un altro problema, in particolare per gli investitori che detengono azioni o fondi cinesi", afferma Coatsworth. Molte aziende cinesi hanno fatto un sacco di soldi vendendo beni negli Stati Uniti e ora devono affrontare la prospettiva di margini più piccoli a causa di potenziali tariffe. Anche l'Europa potrebbe essere tra i “losers” a causa delle tariffe USA.
"I mercati non amano le guerre commerciali e un'escalation delle tensioni tra Stati Uniti e Cina o UE potrebbe causare volatilità tra i prezzi delle attività", avverte Coatsworth.
I settori che potrebbero trarre vantaggio dalle politiche di Trump
Secondo un nuovo rapporto di Goldman Sachs, la rielezione di Trump comporterà probabilmente una rinnovata spesa per la difesa in Europa, con un costo stimato per l'UE pari allo 0,5% del PIL ogni anno.
Anche le azioni della difesa e del settore spazio site dall'altra parte dell'Atlantico potrebbero registrare maggiori afflussi, poiché "Trump ha aumentato la spesa per la difesa nel suo primo mandato da presidente e probabilmente farà lo stesso anche questa volta", secondo l'analista di investimenti di AJ Bell. A tal proposito, le azioni di BAE Systems, Northrop Grumman e Booz Allen Hamilton hanno già "festeggiato" dopo la vittoria elettorale di Trump.
L'approccio pro-petrolio di Trump e le sue promesse di maggiori trivellazioni su terreni federali e di assegnazione di più permessi per le esportazioni di GNL hanno già alimentato il commercio di azioni Chevron ed ExxonMobil. Questo, unito alla prospettiva di una regolamentazione più flessibile, potrebbe dare una vera spinta alle azioni petrolifere.
In aggiunta, con il supporto di Musk, è verosimile che pure le big tech e, più in generale, il settore dell’intelligenza artificiale, possano beneficiare di una politica rivolta a loro favore, con la riduzione di regolamenti e leggi che viceversa potrebbero decelerarne la crescita.
Per contro, è previsto un calo negli investimenti ESG (Environmental, Social, Governance), scrive Nikos Avlonas, Presidente del Centre for Sustainability and Excellence (CSE), che prevede una crescita nei settori energetici tradizionali a causa del ritiro delle normative ambientali da parte di Trump, il quale ha addirittura paventato l’ipotesi di voler uscire dall’accordo sul clima di Parigi.
Le banche potrebbero essere tra i “vincitori” per i prossimi quattro anni
Dai tassi di interesse più elevati all'economia sovralimentata sino ad arrivare ad una deregolamentazione per gli istituti di credito, le promesse di Trump sembrano avvantaggiare le banche su tutta la linea.
Infatti, un quadro normativo più flessibile potrebbe sostituire i controlli più rigidi dell'amministrazione Biden, che aveva posto tra le proprie richieste requisiti di capitale aggiuntivi agli intermediari più grandi per proteggerli da potenziali perdite.
Questo, unito a una maggiore attività economica, tassi di interesse presumibilmente più elevati e maggiori investimenti aziendali, potrebbe essere vantaggioso per il settore bancario.
"Quando si considerano il potenziale per regolamentazioni più flessibili, imposte aziendali più basse che potrebbero portare a maggiori investimenti aziendali e la prospettiva di tassi di interesse che rimangono più alti per più tempo (il che è positivo per i creditori), è facile capire perché le prospettive per il settore bancario siano più incoraggianti sotto Trump", sostiene Coatsworth, aggiungendo che Citigroup potrebbe essere una banca da tenere d'occhio in quanto "ha interessi nel retail, nel commercial e nell'investment banking, il che la rende potenzialmente ben posizionata per beneficiare di qualsiasi aumento dell'attività".
Bitcoin e criptovalute
Infine, un'altra potenziale scommessa va su Bitcoin, la criptovaluta che ha raggiunto massimi record il giorno delle elezioni e che li ha aggiornati nella giornata di ieri sfondando quota 81.000$. Come noto, il Tycoon ha promesso di voler rendere l'America "la capitale delle criptovalute del pianeta", volendo persino introdurre la prospettiva di allentare la regolamentazione sulle attività digitali, che di conseguenza potrebbe alimentare ulteriormente l'interesse per questa attività e, in senso più ampio, di tutto il settore cripto.
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