L'inflazione dell'Eurozona è stata confermata al 2,6% anno su anno a luglio, in aumento rispetto al 2,5% di giugno e in linea con i dati preliminari di Eurostat, superando le stime iniziali degli economisti che avevano previsto un 2,4%. L’incremento dell'inflazione, unito alle aspettative di tagli dei tassi della Federal Reserve, ha spinto l'euro al massimo di 9 mesi rispetto al dollaro USA. Tuttavia, questo scenario ha offuscato le aspettative di rapide riduzioni dei tassi da parte della Banca Centrale Europea.
L'inflazione di fondo, che esclude i prezzi volatili di energia e cibo, è rimasta stabile al 2,9%, evidenziando che le pressioni sui prezzi sottostanti rimangono ben al di sopra dell'obiettivo del 2% della banca centrale.
L'inflazione rimane più alta nei servizi
A luglio 2024, i principali contributori al tasso di inflazione annuale dell'area dell'euro sono stati però i servizi (1,82%), seguiti da cibo, alcol e tabacco (0,45%), beni industriali non energetici (0,19%) ed energia (0,12%).
L'inflazione dei servizi, che rappresenta quasi il 45% dell'indice armonizzato dei prezzi al consumo, si è attestata al 4%, in leggero calo rispetto al precedente 4,1%. Invece, il tasso di inflazione più basso tra i beni di consumo è stato osservato nei beni industriali non energetici, che hanno registrato un aumento annuo di appena lo 0,7%.
Tra gli stati membri dell'eurozona, Finlandia (0,5%), Lettonia (0,8%) e Danimarca (1,0%) hanno registrato i tassi di inflazione annui più bassi. Al contrario, Romania (5,8%), Belgio (5,4%) e Ungheria (4,1%) hanno registrato i tassi più elevati.
In Germania, i prezzi al consumo sono aumentati del 2,6% rispetto a luglio 2023, riflettendo un modesto aumento rispetto al tasso del mese precedente del 2,5%. Nel frattempo, l'inflazione ha rallentato sia in Spagna che in Portogallo, con il tasso di inflazione armonizzato della Spagna sceso dal 3,6% al 2,9% e quello del Portogallo dal 3,1% al 2,7%. In Italia, i dati hanno evidenziato una sostanziale stabilità, con un tasso di inflazione fermo all’1,9%.
Separatamente, la BCE ha riferito ieri che il conto corrente della zona euro ha registrato un surplus di 51 miliardi di euro a giugno 2024, il più alto mai registrato, in aumento rispetto ai 38 miliardi di euro del mese precedente.
Nei 12 mesi fino a giugno 2024, il surplus ha raggiunto i 370 miliardi di euro (2,5% del PIL della zona euro), un aumento significativo rispetto ai 30 miliardi di euro (0,2%) dell'anno precedente.
Le reazioni del mercato
L'euro ha mantenuto la sua forza a 1,1080 rispetto al dollaro USA, il suo livello più alto da fine dicembre. La valuta ha registrato guadagni in cinque delle ultime sei sessioni, trainata dalle crescenti aspettative che la Federal Reserve potrebbe presto segnalare la sua disponibilità a iniziare a tagliare i tassi di interesse. "Al centro della storia c'è la questione se EUR/USD uscirà da un intervallo di negoziazione di 18 mesi, che ha ampiamente contenuto EUR/USD tra 1,05 e 1,11. Il mercato delle opzioni FX suggerisce che, almeno nel prossimo mese, la tendenza è al rialzo", ha commentato Chris Turner, Global Head of Markets di ING Group, che ha anche aggiunto: "I prezzi del petrolio più bassi sulla scia di un potenziale accordo di pace in Medio Oriente sono una buona notizia per EUR/USD".
Luca Cigognini, Market Strategist di Intesa Sanpaolo, ha osservato: "L'euro continua a beneficiare della debolezza generale del biglietto verde, che non riesce a contrastare il recente sentiment negativo". Cigognini ha altresì evidenziato che il mercato è concentrato sul prossimo simposio di Jackson Hole, in particolare sul discorso del presidente della Federal Reserve Jerome Powell, che potrebbe confermare le aspettative di un taglio dei tassi a settembre (e forse di più entro la fine dell'anno).
Danske Bank ribassista sull'euro
Al contrario, Danske Bank Research rimane ribassista sull'euro, prevedendo un dollaro USA più forte poiché i mercati potrebbero sopravvalutare la probabilità di tagli dei tassi della Fed.
La banca ha dichiarato: "Vediamo EUR/USD dirigersi verso il basso da qui. Non crediamo che la forza strutturale dell'economia statunitense giustifichi un ciclo di tagli drastico questa volta, il che dovrebbe mantenere il dollaro verso l’alto”.
Le azioni europee sono salite leggermente martedì, con l'Euro Stoxx 50 in rialzo dello 0,2%, puntando alla sua sesta chiusura positiva consecutiva, la serie di vittorie più lunga da maggio.
Le azioni europee hanno ora recuperato completamente la svendita di inizio mese innescata dai timori di recessione negli Stati Uniti e dalla politica monetaria aggressiva da parte della Banca del Giappone, che aveva fatto impennare lo yen e dato inizio allo stop del carry trade.
Tra i maggiori guadagni nell’area UE ieri ci sono stati ASML Holding NV, in rialzo del 2,3%, e il rivenditore spagnolo Inditex, in rialzo dell'1,3%. Sul versante opposto, Bayer è scesa del 2,6%, mentre Telefónica si è contratta dell'1,3%.
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