L’economia russa in equilibrio tra carenza di manodopera e impiego militare

L’economia russa in equilibrio tra carenza di manodopera e impiego militare

La leadership russa si trova in una situazione particolare: non ha uomini a sufficienza per proteggere i propri confini e continuare la lotta sui vari fronti di guerra ed ha anche bisogno di colmare le lacune di manodopera se vuole sostenere la sua economia.

Prima ancora che l'Ucraina lanciasse la sua operazione a sorpresa nella regione russa di Kursk, i resoconti da varie regioni russe economicamente sviluppate parlavano di un forte aumento delle paghe per i soldati reclutati per il fronte. In questo particolare conflitto, la Russia ha optato per un modello misto di mobilitazione e assunzione di soldati.

Tuttavia, il modello di reclutamento basato sullo stipendio è stato introdotto per entrambe queste categorie, con l'unica differenza che la parte assunta del suo esercito di prima linea ha accettato volontariamente il lavoro mentre la parte mobilitata è stata costretta a prestare servizio, per il quale è comunque retribuita.

Da luglio 2023 a giugno di quest'anno, lo Stato russo ha pagato ai partecipanti alla guerra in Ucraina, ai militari feriti e ai parenti dei caduti una somma compresa tra 2,75 e 3 trilioni di rubli (30 miliardi di euro), che equivale all'1,5% del PIL russo, secondo uno studio del progetto Re:Russia.

Incentivi finanziari necessari per reclutare più soldati

La regione di Krasnodar è una delle principali unità amministrative della Russia quando si tratta di retribuzione per reclutamento per i soldati in prima linea e ha recentemente aumentato la somma forfettaria per l'adesione alla guerra a un equivalente di circa 16.000 euro. Questa è considerata una somma considerevole per molti russi poveri.

In confronto, la seconda città più grande della Russia, San Pietroburgo, offre circa 11.000 euro per le nuove reclute e la capitale, Mosca, ha aumentato la sua ricompensa per i soldati mercenari a circa 19.000 euro. Poiché l'aumento delle retribuzioni per il reclutamento dei soldati russi si è verificato prima dell'offensiva ucraina di Kursk, questa tendenza non può essere attribuita a questo particolare cambiamento nelle dinamiche della guerra russo-ucraina.

Come ha spiegato Alexander Clarkson, docente al King's College di Londra, per Euronews: "La Russia sta esaurendo i volontari disponibili, ma non vuole ripetere la mobilitazione popolare. Ecco perché continua ad aumentare i bonus di arruolamento".

La carenza di volontari per la guerra non è l'unica ragione dell'aumento della spesa dello stato russo per il reclutamento di soldati in prima linea.

Una competizione tra le forze armate e l'industria bellica

Ivan Kłyszcz, ricercatore presso l'International Centre for Defence and Security di Tallinn, ha detto: "Anche gli stipendi competitivi e le condizioni migliori rispetto all'esercito svolgono un ruolo significativo". L'esercito di Mosca deve ora competere con l'industria militare russa, che è in crescita e anch'essa necessitante di manodopera.

Questo descrive il principale bivio che la leadership russa deve affrontare: reclutare soldati o assumere lavoratori. Mart Kuldkepp, professore all'University College di Londra, riassume il problema riguardante lo sforzo bellico: "Il Ministero della Difesa deve competere sempre di più con altri datori di lavoro, anche in settori strategicamente importanti. Ciò crea non solo competizione sulla retribuzione, ma anche dilemmi su a quali interessi statali dare priorità".

La questione delle esigenze militari rispetto a quelle dell'industria non può essere risolta facilmente nel caso della Russia, soprattutto ora che il numero di lavoratori migranti continua a ridursi per motivi di crescente repressione della polizia dopo una serie di attacchi terroristici sul territorio da parte di gruppi islamici radicali e nell'atmosfera generale di paura derivanti dalla coscrizione forzata.

Ad esempio, il flusso di lavoratori migranti dal Tagikistan alla Russia nei primi sei mesi del 2024 è diminuito del 16%, secondo i dati del Ministero del lavoro del Tagikistan.

L'offerta di manodopera potenziale si sta esaurendo

Edward Hunter Christie, ex funzionario della NATO e ricercatore senior della FIIA, ha messo il problema di fronte alla leadership russa in ottica prospettiva: "Sia che si rimuovano i lavoratori da altri settori tramite la leva obbligatoria, sia che li si attiri via con alti stipendi militari, in entrambi i casi si corre il rischio di carenze nell'economia civile. Alla fine, gli stipendi potrebbero dover aumentare anche in alcuni ambienti non bellici. Tutto ciò sarà piuttosto costoso per lo stato russo e alimenterà anche l'inflazione".

Proprio l'inflazione, unita all'aggravante carenza di manodopera, costituisce una nube oscura sull'economia russa, che ha mostrato comunque segnale di crescita dopo la transizione in modalità guerra.

Janis Kluge, senior associate presso il German Institute for International and Security Affairs, ha detto: "Le uniche aziende che possono prosperare in questo ambiente sono i fornitori per la guerra. La conseguenza inevitabile è che l'economia civile si contrarrà, mentre il complesso militare-industriale crescerà. Alla fine, l'inflazione abbasserà anche i redditi reali della popolazione. Quanto peggiorerà dipenderà da come si svilupperanno le sanzioni e il prezzo del petrolio."

L'emigrazione di massa ha rimosso potenziali lavoratori

I problemi della Russia con la forza lavoro sono esasperati dal fatto che ondate di emigrazione di massa di personale giovane e qualificato si sono verificate massivamente dall'inizio della guerra contro l'Ucraina.

Maria Snegovaya, ricercatrice senior per Russia ed Eurasia presso il Centro per gli studi strategici e internazionali, ha dichiarato: "Il numero totale di emigranti dal 2022 è stimato tra 500.000 e un milione di persone, molte delle quali sono giovani, più istruite e lavorano in settori chiave come quello dell'informatica. Aggiungendo a ciò i mobilitati e i volontari in generale, a causa di una combinazione di coronavirus, mobilitazione e vittime di guerra dal 2020 al 2023, la forza lavoro russa ha perso circa 1,9-2,8 milioni di persone".

Anche l'invecchiamento della popolazione è un problema per la forza lavoro

È necessario tenere conto anche della differenza di età della popolazione russa. Secondo i dati più recenti di Rosstat per il 2024, il numero assoluto di pensionati in Russia è di circa 41 milioni, ossia indicativamente il 30% della popolazione generale, al netto delle ondate di emigrazione e delle vittime di guerra. Non c'è da stupirsi che quasi la metà delle imprese industriali russe abbia già segnalato di essere a corto di personale lo scorso anno.

Come conclude Snegovaya: "L'economia si sta surriscaldando, la CBR ha aumentato il tasso anche oltre il suo attuale livello senza precedenti del 18%. Le modifiche della Banca centrale non avranno alcun impatto sulle vere fonti di inflazione: la spesa dei consumatori aumentata guidata dalle spese per la difesa in continua crescita, la spesa sociale per i partecipanti/dipendenti della guerra, la carenza di manodopera e la competizione per i lavoratori attraverso gli aumenti salariali".

Anche con l'economia di guerra in movimento, il PIL russo è aumentato "solo dello 0,8% all'anno in media", afferma Kluge.

Dunque, mentre l'inflazione e la carenza di manodopera aumentano, l'Ucraina porta la guerra in territorio russo: Putin pare però non voler cedere.

Disclaimer: Il presente articolo ha un puro scopo informativo e non costituisce raccomandazione di investimento. Tutti i diritti riservati.

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