L’inquietudine politico-economica di giugno rende euro e yen le valute più deboli

L’inquietudine politico-economica di giugno rende euro e yen le valute più deboli

Nel gruppo delle valute del G10, l'euro e lo yen giapponese hanno visto il calo più netto rispetto al dollaro USA. Le turbolenze politiche dell'UE e il dilemma della BOJ nella sua posizione di politica monetaria hanno pesato su entrambe le valute.

Giugno si è rivelato un mese volatile per i mercati dei cambi valutari, travolti dalle dinamiche economiche e politiche globali piuttosto nervose. Mentre il sentimento di avversione al rischio ha causato il rafforzamento del dollaro USA rispetto a tutte le altre valute del G10, l'euro e lo yen giapponese sono stati relegati tra le monete fiat più deboli di questo gruppo.

L'indice del dollaro USA, un indicatore chiave del dollaro, ha raggiunto il livello massimo quest'anno. L'euro è invece continuato a scendere a causa delle incertezze politiche, con il suo tasso di cambio rispetto al dollaro USA sceso a meno di 1,067 mercoledì, il minimo visto dal 1° maggio.

Ancora più drammaticamente, lo yen giapponese si è indebolito al livello più basso rispetto al dollaro USA negli ultimi 38 anni, con il tasso in aumento a 160 yen per 1 dollaro USA, un livello visto l'ultima volta appunto nel 1986. Nel frattempo, lo yen giapponese si è indebolito comunque anche rispetto all'euro ad un livello mai visto prima, pari a 171,80 yen per euro.

Il dollaro USA, chiamato anche dollaro reale, potrebbe continuare il suo slancio a causa della posizione aggressiva della Fed, della forte economia del paese e della brama degli investitori per le azioni AI a Wall Street.

Allo stesso tempo, l'euro potrebbe estendere la sua debolezza se le elezioni francesi porteranno altre notizie “scioccanti” dal fine settimana alla prima decade di luglio. In aggiunta, lo yen giapponese non si scrollerà facilmente di dosso il destino inesorabile della propria svalutazione, a meno che la Fed non inverta il ciclo di aumento del tasso di interesse.

Le turbolenze francesi potrebbero continuare a premere sull'euro

L'euro probabilmente estenderà la debolezza rispetto alle altre principali valute tra le incertezze politiche dell'Eurozona, in particolare le turbolenze francesi. Alcuni analisti ritengono che l'euro potrebbe addirittura scendere alla pari con il suo omologo statunitense, il dollaro USA.

Il primo turno delle elezioni parlamentari francesi si terrà domenica e il secondo turno è previsto per il 7 luglio. I sondaggi IFOP vedono in testa il gruppo di estrema destra francese Rassemblement National di Marine Le Pen, con il 34,5% di preferenze, seguito dal Nuovo Fronte Popolare di estrema sinistra con il 28,5%, e, in ultima posizione, il partito Centrista di Macron, molto indietro con il 21%. Una vittoria del gruppo di estrema destra (ma dicasi lo stesso per l’estrema sinistra) potrebbe potenzialmente portare incertezze finanziarie alla Francia, un Paese che è già tra i più indebitati d'Europa.

La preoccupazione più grande è infatti se il paese sarà in grado di onorare il rimborso del debito pubblico. Da quando Macron ha chiesto elezioni anticipate a giugno, il rendimento del benchmark francese dei titoli di Stato a 10 anni è salito di 20 punti base (+0,2%) al 3,2%, aumentando il suo onere di rimborso sovrano. Il motivo è che Le Pen ha chiesto un taglio delle tasse e un taglio dell'età pensionabile, che porterà a una riduzione delle entrate statali. La sua posizione di limitare gli investimenti esteri e di opporsi ai lavoratori migranti potrebbe anche rallentare la crescita economica. Il sostegno all'estrema destra è aumentato in modo significativo anche in altri paesi dell'UE, il che potrebbe portare a instabilità sia sul fronte economico che politico. Ci sono già preoccupazioni sulla capacità della BCE di emettere debiti congiunti per la difesa.

Da dire però che a oggi queste sono solo mere previsioni, che in parte contrastano con quanto dichiarato dalla stessa Marine Le Pen, e a cascata anche degli altri leader conservatori europei: a nessuno conviene far aumentare vertiginosamente il debito pubblico del proprio Stato, né tanto meno creare attriti importanti con l’UE, senza contare che il solo pensiero (ciò vale per qualsiasi Paese del Vecchio Continente) di voler uscire dal mercato comunitario è pura utopia, e che se mai realizzata condurrebbe al suicidio economico del Paese stesso.

In aggiunta a tutto questo comunque, resta il fatto che la BCE è stata e tutt’ora è più accomodante della Fed, favorendo così l'ampliamento dello spread tra i tassi di interesse e incoraggiato un carry trade nel dollaro USA rispetto all'euro.

Lo yen giapponese potrebbe continuare la svalutazione

Sebbene la Banca del Giappone (BOJ) abbia posto fine al suo tasso di interesse negativo per la prima volta dal 2007, la differenza rimane significativa tra il suo tasso di riferimento e quelli delle altre principali banche centrali. Il rendimento del titolo di Stato giapponese a 10 anni è dell'1,1%, rispetto al suo omologo statunitense del 4,33%. L'ampio spread tra i due rendimenti obbligazionari di riferimento probabilmente continuerà a incoraggiare gli investitori a mantenere una valuta ad alto rendimento come il dollaro USA e il dollaro australiano, vendendo lo yen.

Gli sforzi della BOJ per intervenire nel mercato dei cambi acquistando yen e vendendo dollari USA hanno avuto scarso impatto sul rafforzamento della valuta del paese. Finché la Fed non inizierà ad abbassare i tassi di interesse, il fondo dello yen potrebbe non essere raggiunto tanto presto.

Per quanto riguarda il resto della settimana, l'attenzione del mercato sarà sui dati sulla spesa per consumi personali negli Stati Uniti (PCE) di maggio, il cui rilascio è programmato per domani, che sono visti come l'indicatore preferito della Fed per l'inflazione. Si prevede che i dati scenderanno al 2,6% anno su anno dal 2,7%. Tuttavia, il livello sarebbe ancora al di sopra dell'obiettivo del 2% della banca centrale statunitense.

Disclaimer: Il presente articolo ha un puro scopo informativo e non costituisce raccomandazione di investimento. Tutti i diritti riservati.

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