La BCE taglia i tassi ma Lagarde sottolinea la dipendenza dai dati economici

La BCE taglia i tassi ma Lagarde sottolinea la dipendenza dai dati economici

Come ci si aspettava da tempo, la BCE ha ridotto i tassi di interesse di 25 punti base, segnalando una moderazione nelle restrizioni di politica monetaria. Eppure, Francoforte ha anche emesso una revisione al rialzo delle sue proiezioni di inflazione, prevedendo ora un fenomeno inflattivo complessivo medio del 2,5% nel 2024 e del 2,2% nel 2025, comunque ancora in discesa.

Nella dichiarazione politica, la BCE ha affermato che è opportuno moderare il grado di restrizione della politica monetaria dopo nove mesi di mantenimento dei tassi stabili. I nuovi tassi di interesse sono fissati al 4,25% per le operazioni di rifinanziamento principali, al 4,5% per la linea di credito marginale e al 3,75% per la linea di deposito.

"Abbiamo deciso di tagliare perché nel complesso la nostra fiducia nel percorso futuro è aumentata negli ultimi mesi", ha affermato la presidente Christine Lagarde alla conferenza stampa.

Lagarde ha inoltre osservato che la decisione della BCE è stata unanime, fatta eccezione per un solo governatore. Il presidente della BCE ha sottolineato che questa non è ancora una fase di "riduzione" dei tassi di interesse, ma piuttosto una "moderazione del livello di restrizione", sottolineando la necessità di più dati e analisi per confermare il percorso disinflazionistico.

"Ci saranno ostacoli sulla strada verso l'obiettivo di inflazione del 2%", ha affermato Lagarde.

Quando è stata interrogata sulle aspettative del mercato di ulteriori tagli dei tassi della BCE entro la fine dell'anno, Lagarde ha risposto: "I mercati fanno ciò che devono fare e noi facciamo ciò che dobbiamo fare". Sulla possibilità di un taglio dei tassi a luglio, Lagarde ha dato una risposta sottile: "Avremo più dati quando avremo riunioni di proiezione", suggerendo che settembre potrebbe essere la prossima riunione significativa per le decisioni sui tassi.

La BCE ha ribadito il suo impegno a mantenere i tassi di riferimento sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario a raggiungere l'obiettivo di inflazione del 2%, affermando che le future decisioni di politica economica dipenderanno dai dati, seguendo un approccio riunione per riunione.

"Il Consiglio direttivo non si sta impegnando in anticipo per un percorso di tasso particolare", ha osservato la BCE nella dichiarazione. Come a dire, “non guidiamo noi l’economia, ma anzi sottoscriviamo che sia quest’ultima a guidare la banca centrale stessa”.

Revisioni "falchi" alle proiezioni di inflazione

La dichiarazione della BCE rivela che l'inflazione complessiva è diminuita di 2,5 punti percentuali da settembre 2023 e che "le prospettive sono notevolmente migliorate".

Tuttavia, Francoforte ha avvertito che nonostante questi miglioramenti, "le pressioni sui prezzi interni rimangono forti poiché la crescita salariale è elevata e l'inflazione probabilmente rimarrà al di sopra dell'obiettivo fino al prossimo anno". Come accennato prima, nelle sue proiezioni macroeconomiche di giugno, la BCE ha rivisto al rialzo le sue previsioni di inflazione per il 2024 e il 2025.

L'inflazione complessiva dovrebbe ora attestarsi in media al 2,5% nel 2024 e al 2,2% nel 2025 (in aumento di 0,2 punti percentuali in ambo i casi rispetto a marzo) e all'1,9% nel 2026 (dato invariato). Anche le proiezioni dell'inflazione di base sono state riviste al rialzo di 0,2 punti percentuali al 2,8% per quest'anno. Le proiezioni per il 2025 sono state aumentate di 0,1 punti percentuali al 2,1%, mentre quelle per il 2026 rimangono inalterate al 2,0%.

Crescita economica prevista in ripresa

Si prevede che la crescita economica nell'eurozona sarà in media dello 0,9% nel 2024 (in aumento rispetto alla proiezione dello 0,6% di marzo), dell'1,4% nel 2025 (in calo rispetto all'1,5% precedente) e dell'1,6% nel 2026 (invariato).

"Dopo cinque trimestri di stagnazione, l'economia dell'eurozona è cresciuta dello 0,3% nel primo trimestre del 2024", ha indicato Lagarde. Il settore dei servizi è in espansione e la produzione manifatturiera mostra segnali di stabilizzazione a livelli bassi.

La BCE prevede che l'economia continuerà a riprendersi poiché salari più elevati e migliori termini di scambio spingono verso l'alto i redditi reali. Anche le esportazioni più forti dovrebbero sostenere la crescita nei prossimi trimestri poiché aumenta la domanda globale di beni e servizi.

In aggiunta, la politica monetaria dovrebbe esercitare un freno minore sulla domanda.

Lagarde ha sottolineato che "un'efficace, rapida e completa implementazione del programma Next Generation EU, i progressi verso le unioni dei mercati dei capitali e il completamento dell'unione bancaria e il rafforzamento del mercato unico contribuirebbero a promuovere l'innovazione e ad aumentare gli investimenti nelle transizioni verde e digitale".

Reazioni del mercato

Contrariamente a quanto ci si potesse aspettare, l'euro si è rafforzato in seguito alla decisione della BCE, con la coppia EUR/USD salita a 1,0880, sostenuta soprattutto dalla pubblicazione di un aumento superiore alle attese delle richieste di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti la scorsa settimana (spia del fatto che l’inflazione USA potrebbe attenuarsi nei prossimi mesi).

I rendimenti dei titoli di Stato dell'area dell'euro sono aumentati di circa 4 punti base su tutta la linea, con i rendimenti dei Bund saliti al 2,55%, destinati a interrompere una serie di tre sessioni di perdite.

L'indice più ampio Euro Stoxx 600 ha raggiunto nuovi massimi record durante le contrattazioni mattutine, ma le azioni europee hanno leggermente ridotto i guadagni della sessione dopo la decisione della BCE. L'entusiasmo degli investitori per il taglio dei tassi è stato temperato dalle maggiori proiezioni di inflazione.

Madrid e Milano hanno sovraperformato gli altri mercati, entrambe in rialzo dello 0,6% alle 15:50 CET, mentre Parigi e Francoforte sono entrambe salite dello 0,1%.

Tra i titoli a grande capitalizzazione, i maggiori guadagni giornalieri sono stati SAP (in aumento del 4,1%), Fresenius (in aumento del 2,4%) e UniCredit (in aumento dell'1,9%).

Disclaimer: Il presente articolo ha un puro scopo informativo e non costituisce raccomandazione di investimento. Tutti i diritti riservati.

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