La BoE taglia i tassi di interesse dopo quattro anni grazie alla discesa dell’inflazione

La BoE taglia i tassi di interesse dopo quattro anni grazie alla discesa dell’inflazione

Per la prima volta da marzo 2020, la Banca d'Inghilterra ha tagliato i tassi di interesse dello 0,25%, scendendo al riferimento del ​​5% con un voto risicato dei propri decisori di 5 a 4, principalmente grazie al fatto che l'inflazione ha raggiunto l'obiettivo del 2%.

Questa decisione ha causato l'indebolimento della sterlina britannica e ha portato a un leggero rimbalzo delle azioni del Regno Unito, segnando anche il primo aggiustamento dopo un anno di tassi stabili, guidato da segnali di allentamento delle pressioni inflazionistiche.

Da dire che la stretta ripartizione dei voti riflette opinioni piuttosto contrastanti tra loro, dato che la scelta sul taglio dei tassi è stata approvata di misura con un solo voto di differenza. Pertanto, le future scelte inerenti alla politica monetaria saranno verosimilmente almeno altrettanto controverse (come del resto sta avvenendo anche con altre banche centrali).

Inflazione e prospettive economiche

La decisione di tagliare i tassi di interesse è stata guidata dal continuo calo delle pressioni sui prezzi. Il tasso di inflazione generale è rimasto stabile al 2% anno su anno a giugno 2024, in linea con i dati di maggio e segnando i livelli più bassi dal 2021. L'inflazione di fondo, che esclude i prezzi volatili di energia e cibo, si è attestata al 3,5% per il secondo mese consecutivo, il livello più basso da ottobre 2021.

Secondo la dichiarazione della Banca d'Inghilterra, la posizione restrittiva della politica monetaria continua a pesare sull'attività economica, con conseguente indebolimento del mercato del lavoro e dell’economia reale.

Inoltre, il Comitato per la politica monetaria prevede che il calo dell'inflazione generale, insieme alla normalizzazione delle aspettative riguardanti il fenomeno inflazionistico stesso, porterà a dinamiche di retribuzione e determinazione media dei prezzi più attenuate. Ciò a sua volta potrebbe comportare, in una prima fase, una lieve contrazione del PIL, frenato dai consumi ridotti.

Tuttavia, questo è il prezzo da pagare per favorire una ripresa economica sul medio-lungo termine, tenendo a bada il rischio, sempre presente, che le pressioni inflazionistiche possano compromettere i progressi dall’orizzonte temporale più distante.

Per quanto riguarda le previsioni dell'indice dei prezzi al consumo, la Banca d'Inghilterra prevede un'aspettativa mediana del 2,4% in un anno, in calo rispetto al 2,6% di marzo. La previsione per l'orizzonte biennale è dell'1,7%, in contrazione rispetto all'1,9% di marzo, e dell'1,5% per il periodo triennale.

Nonostante queste proiezioni, la Banca non ha fornito indicazioni esplicite sui futuri percorsi dei tassi (ma del resto posizionandosi su tale linea si trova in buona compagnia di BCE e Fed). Dunque, così facendo, la BoE vuole evidenziare che la politica monetaria debba rimanere restrittiva per un periodo sufficientemente lungo al fine di mitigare i rischi di un ritorno dell'inflazione al di sopra dell'obiettivo del 2% nel medio termine. Il Comitato deciderà il grado appropriato di restrizione della politica monetaria a ogni riunione, monitorando attentamente la persistenza dell'inflazione.

Reazioni del mercato: la sterlina scende, le azioni britanniche rimbalzano

A seguito dell'annuncio della Banca d'Inghilterra, la sterlina britannica è crollata bruscamente, scendendo dello 0,74% a 1,2760 rispetto al dollaro USA, segnando il calo giornaliero più grande da aprile. La sterlina è scesa anche di oltre lo 0,6% rispetto allo yen giapponese, raggiungendo un minimo di quattro mesi. L'euro ha guadagnato lo 0,4% rispetto alla sterlina, superando la resistenza della sua media mobile a 200 giorni.

In maniera analoga, i rendimenti dei titoli di Stato hanno subito una contrazione, in particolare quelli a breve termine: su quello a due anni si è registrato un calo di 5 punti base, raggiungendo il livello del 3,76%, tornando ai dati visti a maggio 2023.

Al contrario, le azioni britanniche hanno reagito positivamente al taglio dei tassi, con l'indice FTSE 100 in aumento dello 0,2% poiché gli investitori hanno accolto con favore il minor costo dei prestiti per le società britanniche.

Rolls-Royce e Next sono emerse come le migliori performer, con un aumento rispettivamente dell'11% e dell'8%, dopo aver rivisto al rialzo le loro previsioni a causa dei solidi risultati trimestrali. Rolls-Royce ha anche annunciato i piani per ripristinare i dividendi l'anno prossimo.

Nonostante l'aumento delle sue previsioni di reddito netto da interessi per il 2024 e l'annuncio di un riacquisto di azioni da 750 milioni di sterline (888 milioni di euro), Barclays ha visto le sue azioni scendere dello 0,8% dopo che gli utili del secondo trimestre hanno superato le aspettative (le stranezze del mercato…).

Nel frattempo, le azioni di Shell sono aumentate di circa l'1,9% in un piano di riacquisto da 2,7 miliardi di sterline (3,2 miliardi di euro), nonostante i profitti siano diminuiti rispetto al trimestre precedente a causa dei prezzi più bassi del gas.

Infine, Schroders ha dovuto affrontare un calo sostanziale, con le azioni in perdita di oltre il 6% dopo che i suoi risultati intermedi non sono riusciti a soddisfare le aspettative degli investitori.

Disclaimer: Il presente articolo ha un puro scopo informativo e non costituisce raccomandazione di investimento. Tutti i diritti riservati.

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