La crescita dell’Eurozona supera le stime mentre l’inflazione di aprile rimane stabile al 2,6%

La crescita dell’Eurozona supera le stime mentre l’inflazione di aprile rimane stabile al 2,6%

L’economia dell’Eurozona è cresciuta dello 0,3% nel primo trimestre del 2024, battendo le aspettative e segnando la crescita più forte dal terzo trimestre del 2022. L’inflazione annuale è rimasta stabile al 2,4%, mentre l’inflazione core è scesa al 2,7%, probabilmente aprendo la strada verso il primo taglio dei tassi della BCE nel mese di giugno.

La crescita economica nell'Eurozona ha superato le aspettative degli economisti nel primo trimestre dell'anno, mentre il tasso di inflazione annuale per aprile ha tuttavia mostrato una performance stabile rispetto al mese precedente. Ciò ha interrotto la tendenza al ribasso iniziata a gennaio, ma ha anche fornito alcuni segnali incoraggianti per un previsto taglio dei tassi della Banca Centrale Europea (BCE) a giugno prossimo.

Secondo le stime flash di Eurostat pubblicate martedì, la crescita annualizzata del prodotto interno lordo nell’Eurozona è stata dello 0,3% nel primo trimestre del 2024 rispetto all’ultimo trimestre del 2023. Ciò segna un miglioramento significativo rispetto al calo dello 0,1% precedentemente riportato e supera le aspettative degli economisti di una crescita dello 0,1%. Rappresenta anche il ritmo di crescita più sostenuto dal terzo trimestre del 2022.

Allo stesso tempo, i dati preliminari dell'ufficio statistico dell'Unione Europea hanno indicato che l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) è rimasto invariato al 2,4% su base annua, in linea con le aspettative. Il tasso annuo dell'inflazione di fondo, che esclude i beni energetici e alimentari, è leggermente sceso dal 2,9% di marzo al 2,7% di aprile, leggermente al di sopra del previsto calo al 2,6%. Tuttavia, questo segna il nono mese consecutivo di calo dei tassi di inflazione core annuale per l’Eurozona nel suo complesso.

Le economie dell’Eurozona hanno leggermente superato le aspettative di crescita nel primo trimestre del 2024

Anche per l’Unione Europea, la crescita è stata dello 0,3% nel primo trimestre del 2024 rispetto al trimestre precedente, accelerando rispetto al dato precedentemente piatto.

Tra gli Stati membri, l’Irlanda ha registrato l’aumento maggiore con il +1,1% rispetto al trimestre precedente, seguita da Lettonia, Lituania e Ungheria, tutte con il +0,8%. La Svezia è stato l'unico Stato membro a registrare un calo, con una variazione del -0,1% rispetto al trimestre precedente.

Stime flash dell’Ufficio federale di statistica hanno rivelato che l’economia tedesca è cresciuta dello 0,2% nel primo trimestre del 2024, superando le aspettative del mercato di un aumento dello 0,1%. Questa crescita arriva dopo una contrazione dello 0,5% nel periodo precedente.

D’altro canto la nostra economia è cresciuta dello 0,3% nel primo trimestre, accelerando da una crescita rivista al ribasso dello 0,1% negli ultimi tre mesi del 2023 e superando le aspettative del mercato di un’espansione marginale dello 0,1%, come rivelato dall’Istituto Nazionale di Statistica.

Secondo i dati preliminari dell’Istituto nazionale francese di statistica e studi economici (INSEE), l’economia francese è invece cresciuta dello 0,2% nel primo trimestre del 2024, superando sia le previsioni di mercato che il tasso di crescita dello 0,1% dei tre mesi precedenti.

L’inflazione principale dell’Eurozona regge ad aprile, l’inflazione core rallenta ma meno del previsto

Ad ogni modo, il tasso di inflazione annuale complessivo nell’Eurozona è stato del 2,4% ad aprile, invariato rispetto a marzo. Su base mensile però, l’inflazione è aumentata ad un ritmo dello 0,6%, in rallentamento comunque rispetto alla crescita dello 0,8% di marzo.

L’inflazione core è diminuita dal 2,9% al 2,7% rispetto a un anno fa. Su base mensile, il tasso di inflazione core è incrementato ad un ritmo dello 0,6%, in ogni caso anch'esso in forte decelerazione rispetto all'1,1% registrato a marzo.

Se si considerano le principali componenti dell’inflazione nell’area dell’euro, si prevede che i servizi abbiano registrato il tasso annuo più elevato in aprile (3,7%, in calo rispetto al 4,0% dei trenta giorni precedenti), seguiti da alimentari, alcol e tabacco (2,8%, in aumento rispetto al 2,6% del mese scorso), beni industriali non energetici (0,9%, in calo rispetto a 1,1% di marzo) ed energia (-0,6%, in aumento rispetto al -1,8% su base mensile).

Ad aprile, gli Stati membri con i tassi di inflazione annuali più elevati erano la Croazia al 4,7% e il Belgio al 4,9%. Quest'ultimo è aumentato dal 3,8% dello scorso marzo e ha rappresentato il valore più alto in quasi un anno.

In aprile la Germania ha registrato un tasso di inflazione annuale IAPC pari al 2,4%, leggermente superiore sia al suo precedente sia al previsto 2,3%. In Francia invece è rimasta stabile al 2,4%, invariata rispetto a marzo ma tuttavia superiore al previsto 2,2%. Il nostro Paese per contro ha registrato una diminuzione del tasso di inflazione annuale IAPC dall’1,2% all’1% ad aprile, segnando il terzo valore più basso dopo Finlandia (0,6%) e Lituania (0,4%).

Nella riunione precedente, i policymaker della BCE hanno segnalato che “sarebbe opportuno ridurre l’attuale livello di restrizione della politica monetaria” se i dati indicassero una crescente fiducia che l’inflazione stia costantemente convergendo verso l’obiettivo. In effetti, nel complesso, i dati sull'inflazione di aprile potrebbero preparare il terreno per il primo taglio dei tassi della BCE a giugno, superando gli ultimi ostacoli.

Tuttavia, potrebbe essere necessaria una continua cautela nel caso in cui i dati mensili dell’inflazione complessiva e di quella core persistano a questi dati anche a maggio (e oltre), in quanto un ruolo chiave non è esercitato dai valori assoluti ma bensì dal trend attuale e da quello previsto. A dir la verità, livelli ancora sostenuti potrebbero potenzialmente rallentare o addirittura arrestare il ciclo di tagli dei tassi da parte della BCE, allineando così la politica monetaria europea alle scelte (ormai quasi scontate) della Fed statunitense – che al momento pare non abbia la minima intenzione di abbassare i tassi di rifinanziamento, almeno non già al prossimo giugno.

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