La Fed taglia i tassi di un ulteriore 0,25%: per Powell nessun rischio di inflazione alimentata da Trump

La Fed taglia i tassi di un ulteriore 0,25%: per Powell nessun rischio di inflazione alimentata da Trump

La Federal Reserve statunitense ha abbassato ieri i tassi dello 0,25%, come previsto, portando il tasso dei fondi federali a un intervallo dal 4,5% al ​​4,75%, il livello più basso da febbraio 2023. I mercati vedono il potenziale per un ulteriore taglio a dicembre, mentre aumentano le preoccupazioni per gli impatti fiscali e l'inflazione sotto la presidenza di Trump.

Il taglio di un quarto di punto segue una riduzione più aggressiva dello 0,5% a settembre, sottolineando un approccio misurato con la Fed che valuta attentamente le condizioni economiche e le tendenze dell'inflazione.

"Questa ulteriore ricalibrazione della nostra posizione politica contribuirà a mantenere la forza dell'economia e del mercato del lavoro e continuerà a sostenere i progressi sull'inflazione mentre ci muoviamo verso una posizione più neutrale nel tempo", ha affermato il presidente della Fed Jerome Powell nella sua conferenza stampa. "Anche con il taglio di oggi, la politica è ancora restrittiva", ha aggiunto.

Crescita solida ma dati deboli sull'occupazione di ottobre

La dichiarazione di novembre della Fed ha osservato che l'economia statunitense sta crescendo a un "ritmo solido", con il PIL in aumento a un tasso annuo del 2,8% nel terzo trimestre. "La crescita della spesa dei consumatori è rimasta resiliente", ha affermato Powell.

L'allentamento dell'inflazione, tuttavia, rimane "in qualche modo elevato", con l'inflazione della spesa per consumi personali (PCE) di base, la misura dell'indice dei prezzi preferita dalla Fed, che si attesta al 2,7% anno su anno, al di sopra dell'obiettivo della Fed.

Anche le condizioni del mercato del lavoro rimangono solide, nonostante le recenti interruzioni dovute a scioperi dei lavoratori e uragani. Powell ha osservato che i dati sulla creazione di posti di lavoro di ottobre sarebbero stati migliori se non fosse stato per questi fattori.

A ottobre, le buste paga non agricole sono aumentate solo di 12.000, ben al di sotto delle 115.000 previste e in netto calo rispetto alla crescita di 223.000 di settembre. Inoltre, il tasso di disoccupazione è rimasto stabile.

Politica basata sui dati e previsioni di dicembre

La Fed ha ribadito il suo impegno per un approccio basato sui dati, senza un percorso fisso per i futuri aggiustamenti dei tassi. La banca centrale ha anche lasciato invariato il suo piano di riduzione del bilancio, segnalando un approccio costante al serraggio quantitativo. In effetti, scegliendo di non reinvestire denaro da obbligazioni scadute, la Fed sta lentamente riducendo la quantità di denaro in circolazione.

Guardando al futuro, i partecipanti al mercato assegnano una probabilità del 66% a un altro taglio di 25 punti base all'ultima riunione dell'anno della Fed prevista per il 18 dicembre, secondo i dati CME FedWatch.

Tuttavia, i recenti risultati delle elezioni, con Donald Trump che si è assicurato la presidenza e i repubblicani che hanno ottenuto il controllo del Congresso, stanno spingendo gli investitori a riconsiderare la probabilità di ulteriori tagli.

Powell sulle politiche di Trump e sui rendimenti dei titoli del Tesoro

Alla domanda su un possibile cambiamento nella strategia economica sotto Trump, Powell ha chiarito che la Fed non specula sugli effetti delle politiche dell'amministrazione o delle azioni del Congresso. "Nel breve termine, le elezioni non avranno alcun effetto sulla politica", ha affermato Powell.

Il Presidente della banca centrale statunitense ha poi minimizzato le preoccupazioni sui recenti aumenti dei rendimenti dei titoli del Tesoro USA, dovuti ad un abbassamento dei prezzi, attribuendo l'aumento a migliori prospettive di crescita piuttosto che a maggiori aspettative di inflazione.

"Non siamo nella fase in cui i tassi obbligazionari devono essere presi in considerazione nella politica", ha affermato Powell, sottolineando anche che la Fed ha ancora sei settimane per valutare i dati economici prima della sua prossima decisione a dicembre.

Infine, Powell ha affrontato le speculazioni sulle sue potenziali dimissioni dopo l'elezione di Trump, affermando che ad una ipotetica richiesta in tal senso pervenuta dal Tycoon lui risponderebbe senza esitazione in modo negativo e sostenendo che il Presidente USA non ha nemmeno il potere legale di licenziarlo.

Se il buongiorno si vede dal mattino…

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