I mercati azionari di entrambe le sponde dell'Atlantico hanno avuto una certa divergenza questa settimana. Se le azioni europee sono rimaste sotto pressione in mezzo alle crescenti tensioni geopolitiche, Wall Street ha mantenuto lo slancio positivo dopo i solidi risultati trimestrali di Nvidia (anche se questa volta non hanno particolarmente entusiasmato gli analisti).
L'escalation nella guerra tra Ucraina e Russia ha scatenato un sentimento di avversione al rischio, spingendo verso l'alto i beni rifugio, tra cui il dollaro USA e l'oro. L'euro ha continuato a scendere rispetto al biglietto verde toccando il minimo in quasi un anno. Il Bitcoin è salito più vicino al traguardo dei 100.000 $ in mezzo all'ottimismo di Trump. I prezzi del petrolio greggio sono rimbalzati bruscamente, con un aumento di oltre il 4% questa settimana, sollevando le azioni energetiche globali.
Europa
La maggior parte dei benchmark europei ha registrato una nota negativa, con l'indice paneuropeo Stoxx 600 in calo dello 0,12%, il DAX tedesco in perdita dello 0,34%, il CAC 40 francese in contrazione dello 0,77% e il nostro FTSE MIB, con la performance peggiore, segna un -2,04% questa settimana. Il FTSE 100 del Regno Unito ha invece ripreso slancio, in rialzo dell'1,06% nei primi quattro giorni della settimana, sostenuto dai titoli energetici grazie al rimbalzo dei prezzi del petrolio.
Tuttavia, la chiusura positiva di ieri nei principali benchmark suggerisce che gli investitori stanno rivalutando le tensioni geopolitiche e le prospettive economiche.
Inoltre giovedì, le azioni delle grandi società europee con capitalizzazione di mercato hanno registrato un rimbalzo nonostante la performance settimanale negativa. Le azioni ASML sono salite del 2,4% poiché i solidi utili di Nvidia hanno sostenuto le azioni globali dei semiconduttori. SAP ha continuato a salire a un nuovo massimo, in rialzo dell'1,86% giornaliero e del 3,86% settimanale. Le azioni dei beni di consumo, tuttavia, sono rimaste sotto pressione poiché i nervosismi geopolitici hanno pesato sul settore sensibile alla crescita economica. Le azioni LVMH sono scese dell'1,9%, L'oreal è scivolata del 2,3% e Hermers è crollata del 2,3% questa settimana.
Al contrario, le azioni della difesa si sono riprese in mezzo alle crescenti tensioni tra Ucraina e Russia, con le azioni di Rheinmetall che sono salite per la terza settimana consecutiva a un nuovo massimo. Il produttore tedesco di animazione ha affermato di puntare a 20 miliardi di euro di vendite per il 2027, data l'aumento della spesa per la difesa nell'UE e nella NATO.
Altrove, le azioni minerarie ed energetiche hanno sovraperformato a causa del rimbalzo dei prezzi delle materie prime. Le azioni di Rio Tinto e Anglo American sono entrambe aumentate tra il 2 e il 3% questa settimana, nonostante una performance piatta di Glencore. BP e Shell sono entrambe incrementate dell'1,5% e le azioni TotalEnergies hanno guadagnato più dell'1%.
Sul fronte macroeconomico, l'inflazione di riferimento della zona euro per ottobre è stata confermata al 2% anno su anno, in linea con l'obiettivo della Banca Centrale Europea (BCE). Tuttavia, l'inflazione di fondo è rimasta rigida al 2,7%. Non meno importanti i dati PMI, specie il manufatturiero, che è uscito al di sotto delle attese e che pare possa spingere la BCE ad un prossimo maxi-taglio.
L'inflazione del Regno Unito ha registrato il 2,3% a ottobre, in aumento rispetto all'1,7% del mese precedente, il che potrebbe rafforzare la posizione aggressiva della Banca d'Inghilterra (BOE) per un ritmo graduale di riduzione dei tassi.
Wall Street
I mercati azionari statunitensi hanno mantenuto guadagni settimanali, sostenuti da una solida traiettoria economica, robusti utili aziendali e ottimismo per la presidenza di Trump. Il Dow Jones Industrial Average è salito dell'1%, l'S&P 500 dell'1,3% e il Nasdaq Composite è aumentato dell'1,6% questa settimana.
A livello di settore, quelli sensibili ai tassi di interesse, come i servizi di pubblica utilità e l'immobiliare, hanno sovraperformato, mentre i titoli growth, tra cui tecnologia, servizi di comunicazione e beni di consumo discrezionali, sono rimasti indietro rispetto ai restanti. Anche il settore energetico ha beneficiato dell'aumento dei prezzi del petrolio e del gas. Le rotazioni di settore suggeriscono che i fondi di investimento si spostano dai giganti della tecnologia ai settori che beneficiano di tassi di interesse più bassi e di un'economia forte.
La potenza dell'intelligenza artificiale, Nvidia, ha riportato solidi utili trimestrali, con un aumento del fatturato del 94% anno su anno. Tuttavia, la società non ha soddisfatto le elevate aspettative degli investitori e ha fornito una modesta prospettiva per il quarto trimestre, causando un iniziale calo del 2% del prezzo delle sue azioni prima di riprendersi. I titoli dei Magnificent Seven sono stati per lo più in ribasso questa settimana, ad eccezione delle azioni Tesla, che sono aumentate del 6% a seguito di un rapporto secondo cui l'amministrazione Trump potrebbe allentare le regole sui sistemi di guida autonoma.
L'indice del dollaro USA è salito sopra 107 per la prima volta da ottobre 2023, sostenuto dal sentimento di avversione al rischio, insieme al continuo rally di Trump negli asset dominati dal dollaro. La forza della valuta statunitense potrebbe continuare nonostante la svolta aggressiva della Fed e l’aumento dei rendimenti dei titoli di Stato statunitensi.
Asia-Pacifico
I principali benchmark nella regione Asia-Pacifico sono stati contrastanti questa settimana, per via di diverse dinamiche economiche. L'ASX 200 ha raggiunto un nuovo massimo su un rally su larga scala, in rialzo dell'1,4% per la settimana, sostenuto da azioni di energia e servizi di pubblica utilità. La tendenza ha rispecchiato il movimento di Wall Street nonostante la continua posizione aggressiva della Reserve Bank of Australia (RBA).
I mercati azionari cinesi sono invece rimasti sotto pressione a causa delle preoccupazioni economiche, con l'indice Hang Seng in calo dello 0,5% e l'A50 cinese in riduzione dello 0,64% per la settimana. Lo yuan cinese ha continuato a indebolirsi rispetto al dollaro statunitense, con la coppia USD/CNH che si aggirava intorno al massimo di quattro mesi. Infine, il Nikkei 225 del Giappone è sceso di oltre l'1% questa settimana a causa di una ripresa dello yen.
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