L’ottava che inizia oggi è colma di dati ed eventi economici critici, che avranno la capacità di modellare il sentiment del mercato globale per i mesi a venire. In primis, tre importanti banche centrali – ossia la Banca d'Inghilterra (BoE), la Federal Reserve e la Banca del Giappone (BoJ) – hanno in programma di tenere una delle loro periodiche riunioni in tema di politica monetaria e prendere di conseguenza nuove decisioni sui rispettivi tassi di interesse.
Se per il resto del mondo la strada inerente tale ambito pare scontata e dà per assodato l’inizio o la prosecuzione del percorso di abbassamento del costo del denaro, la BoJ è un'eccezione alla regola in quanto si prevede che continuerà ad aumentare il proprio tasso di riferimento (con buona pace di chi teme ancora un nuovo verificarsi del fenomeno del carry trade).
Inoltre, l’Eurozona è pronta a pubblicare l’indice CPI, ovverosia la sua inflazione finale per agosto: dopo la seconda sforbiciata della BCE avvenuta la scorsa settimana, tale report sarà fondamentale per il sentiment del mercato.
Europa
Partiamo proprio da qui: l'indice dei prezzi al consumo (CPI) finale dell'eurozona per agosto è un obiettivo chiave per la regione. Secondo la stima flash, l'inflazione si è raffreddata al 2,2% anno su anno, segnando l'aumento più lento da luglio 2021.
Eppure, l'inflazione di fondo (detta “core”) rimane ostinata al 2,8%. Si prevede che i dati finali si allineeranno alle cifre flash, confermando ulteriormente una traiettoria di raffreddamento dell'inflazione.
In aggiunta, l'indice tedesco ZEW Economic Sentiment Index per settembre offrirà spunti sulla salute economica del paese. Ad agosto, l'indice è sceso bruscamente a un minimo di sette mesi di 25,8, evidenziando il continuo deterioramento della più grande economia europea. Anche la recente incertezza politica sta contribuendo a questa cupa prospettiva. Il consenso suggerisce che il sentiment economico scenderà ulteriormente a 18,6 a settembre.
Nel Regno Unito, la decisione sui tassi della Banca d'Inghilterra (BoE) sarà sotto i riflettori, con aspettative che manterrà il suo tasso di riferimento invariato al 5% nella prossima riunione. Ad agosto, la banca ha effettuato il suo primo taglio dei tassi dal 2020 in un contesto di raffreddamento dell'inflazione. Tuttavia, i prezzi al consumo sono nuovamente saliti al 2,2% anno su anno a luglio, dopo essere scesi al 2% nei due mesi precedenti.
Gli elevati prezzi dei servizi e la crescita salariale continuano a rappresentare rischi per una ripresa dell'inflazione. A tal proposito, anche il Regno Unito è pronto a pubblicare il suo CPI per agosto, con il consenso che suggerisce che l'inflazione rimarrà stabile al 2,2%. Nonostante ciò, la crescita economica mensile piatta negli ultimi due mesi potrebbe spingere la Banca a considerare un altro taglio a novembre.
Stati Uniti
Sull’altra sponda dell’Atlantico, è quasi certo che la Federal Reserve inizierà a tagliare i tassi alla prossima riunione. Tuttavia, l'inflazione di fondo superiore alle attese della scorsa settimana ha ridotto la probabilità di un taglio dei tassi dello 0,5%.
Secondo lo strumento CME FedWatch, la probabilità di un taglio di un quarto di punto è salita al 57%, rispetto al 50% di agosto. È però pur vero che alcuni analisti si aspettano che la Fed anticipi il proprio ciclo di abbassamento del costo del denaro, poiché si ritiene che la sua decisione sia giunta in ritardo rispetto ad altre banche centrali e, soprattutto, in rapporto allo status dell’economia USA.
Ma, anche in questo caso, un tono più aggressivo del previsto potrebbe pesare ancora una volta sul sentiment generale: del resto si sa, i mercati non sono mai contenti.
Anche i dati sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti per agosto sono sotto in focus per gli investitori, in quanto forniscono informazioni sulla traiettoria della spesa dei consumatori. A luglio, le vendite al dettaglio sono aumentate dell'1% su base mensile, dopo un calo dello 0,2% nel mese precedente, segnando il maggiore aumento da gennaio 2023.
Questi dati hanno indicato che i consumi delle famiglie statunitensi sono rimasti forti, aggiungendo pressione al rialzo all'inflazione. Le previsioni consensuali prevedono che l'indice scenderà dello 0,1% ad agosto, il che sarebbe visto come un trend positivo per l'economia.
Asia-Pacifico
Mentre altre importanti banche centrali occidentali stanno tagliando i tassi di interesse, la Banca del Giappone (BoJ) li sta aumentando come parte dei suoi sforzi per normalizzare la politica monetaria. La banca ha posto fine alla politica di tassi di interesse negativi a marzo scorso e ha aumentato il proprio tasso di riferimento per la seconda volta quest'anno a luglio.
Per operare in senso restrittivo, la BoJ ha anche ridotto i suoi acquisti di titoli di Stato, effettuando il cosiddetto quantitative tightening, utile a drenare la liquidità in circolazione. Comunque sia, gli analisti non si aspettano che la BoJ aumenti di nuovo i tassi già questo mese, poiché è probabile che adotti un approccio cauto per evitare di influenzare negativamente l'economia.
D’altro canto, l'inflazione in Giappone è rimasta stabile al 2,8% per il terzo mese consecutivo a luglio, dato che potrebbe spingere la banca centrale giapponese a proseguire con l’inasprimento monetario, che ha largamente rafforzato lo yen nelle settimane precedenti.
Per quanto concerne la Cina, si è anche qui in procinto di decidere sui tassi di interesse principali sui prestiti a 1 e 5 anni questa settimana, senza che siano previste modifiche. A luglio, la banca centrale ha inaspettatamente tagliato due tassi di riferimento di 10 punti base. Inoltre, ha abbassato il tasso repo a sette giorni dello stesso margine, dall'1,8% all'1,7%.
Eppure, il governo cinese sta implementando gradualmente misure di stimolo per evitare di creare bolle economiche. La recente politica che incoraggia le entità statali ad acquistare proprietà commerciali direttamente dai costruttori dovrebbe migliorare le condizioni del proprio mercato immobiliare, ormai da anni in difficoltà.
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