La settimana sui mercati: effetti delle elezioni francesi e dati sull'inflazione negli Stati Uniti

La settimana sui mercati: effetti delle elezioni francesi e dati sull'inflazione negli Stati Uniti

La settimana appena incominciata vedrà gli investitori alle prese con un attento monitoraggio delle reazioni dei mercati finanziari sia ad eventi politici molto importanti in Europa – ossia l’esito finale delle elezioni francesi ed il successivo governo che ne verrà fuori – sia a dati macroeconomici fondamentali – su tutti la pubblicazione dell'indice dei prezzi al consumo (CPI) di Stati Uniti e Cina, che forniranno informazioni essenziali sulla traiettoria dell'inflazione delle due maggiori economie mondiali.

Europa

L'esito delle elezioni francesi potrebbe avere un impatto significativo sia sui mercati azionari che sull'euro nell’intera regione europea. Infatti, le stocks e la moneta unica potrebbero vedere come evento favorevole il fatto che il partito di Marine Le Pen non possa affermarsi in maniera netta a seguito, come per altro sembra dai risultati che stanno venendo divulgati in queste ore, della mancanza dei voti necessari alla formazione di un governo.

Tuttavia, la storia dimostra che le elezioni possono influenzare solo temporaneamente i mercati finanziari. In particolare, dipenderà soprattutto dalla capacità della maxi-coalizione di sinistra, vincitrice delle elezioni, di riuscire a dare stabilità al Paese d’Oltralpe (che di fatto è ciò che interessa al mondo della finanza). Per l’appunto, sono le politiche post-elettorali e lo sviluppo economico che tendono a modellare le tendenze a lungo termine del mercato.

Sul fronte economico, la Germania pubblicherà la sua bilancia commerciale per maggio e l'indice dei prezzi all'ingrosso (WPI) per giugno. Il surplus commerciale tedesco è sceso leggermente a $ 22,1 miliardi (€ 20,36 miliardi) ad aprile da $ 22,2 miliardi (€ 20,45 miliardi) del mese precedente a causa di un minore aumento delle esportazioni rispetto alle importazioni. Nello specifico, le esportazioni verso Regno Unito e Russia sono incrementate, mentre le vendite verso gli Stati Uniti sono diminuite. Si prevede che il surplus commerciale scenderà ulteriormente a $ 19,9 miliardi (218,33 miliardi) per il mese di maggio, secondo il consenso.

Il WPI della Germania è un indicatore chiave per l'inflazione, poiché i prezzi all'ingrosso vengono solitamente trasferiti ai consumatori. L'indice ha rallentato a maggio, aumentando solo dello 0,1% mese su mese, suggerendo che l'inflazione del paese era in una tendenza al ribasso. La scorsa settimana, l'indice preliminare dei prezzi al consumo ha mostrato che l'inflazione tedesca si è raffreddata al 2,2% a giugno dopo essere aumentata nei due mesi precedenti. Il consenso suggerisce che i prezzi all'ingrosso potrebbero salire dello 0,2% a giugno rispetto al mese precedente.

Accompagnati da traiettorie economiche simili nelle altre economie europee, questi dati offrono segnali incoraggianti per la BCE per continuare il suo ciclo di tagli dei tassi, fornendo così fattori rialzisti ai mercati azionari.

Nel Regno Unito, il prodotto interno lordo (PIL) mensile di maggio dovrebbe essere pubblicato giovedì. L'economia ha ripreso a crescere nel primo trimestre da una recessione tecnica nella seconda metà del 2023. Secondo il sondaggio di Forex Factory, il PIL del paese potrebbe salire dello 0,2% mese su mese a maggio, riprendendosi da una crescita piatta nel mese precedente.

Stati Uniti

Taluni eventi e dati economici saranno sotto i riflettori per i mercati globali questa settimana: in primis, il discorso del presidente della Fed Jerome Powell davanti al comitato bancario del Senato, evento critico per Wall Street (e non solo). In questa sessione, Powell risponderà alle domande del Comitato sulle condizioni economiche degli Stati Uniti e sulla politica monetaria della Fed. Domande o risposte inaspettate potrebbero portare alla volatilità del mercato.

In secondo luogo, I dati CPI degli Stati Uniti saranno particolarmente esaminati, fornendo indizi sulla traiettoria dell'inflazione del Paese. Il prezzo al consumo è aumentato del 3,3% anno su anno a maggio, raffreddandosi del 3,4% nel mese precedente e del 3,5% a marzo. La tendenza al ribasso è promettente per la Fed per iniziare a tagliare il tasso di interesse a settembre, che sarebbe la prima volta da marzo 2020, quando è avvenuta la pandemia. Un ulteriore allentamento della pressione sui prezzi probabilmente spingerà Wall Street al rialzo. Il consenso prevede un aumento dei prezzi del 3,1% anno su anno a giugno, suggerendo che l'inflazione si raffredderà a un ritmo più rapido.

Inoltre, anche l'indice dei prezzi alla produzione (PPI) è un importante indicatore dell'inflazione, in quanto rappresenta il movimento dei prezzi alla fabbrica o, per meglio dire, all’ingrosso.

Gli Stati Uniti daranno poi il via alla stagione degli utili con grandi banche, tra cui Citigroup, JPMorgan Chase e Wells Fargo. Il settore finanziario è un indicatore della salute economica globale a causa delle strette connessioni tra questi grandi finanziatori e l’economia reale.

Asia Pacifico

I dati CPI della Cina per giugno registrano un'importanza significativa per la domanda dei consumatori, poiché il paese ha dovuto affrontare sfide economiche dovute alla crisi immobiliare e alla ripresa post-pandemia. In una nota positiva, l'inflazione cinese è aumentata per il terzo mese consecutivo a maggio, suggerendo che gli sforzi di Pechino per sostenere la sua crescita economica hanno avuto effetto. A giugno, gli economisti prevedono che i prezzi al consumo in Cina aumenteranno dello 0,4% annuo. I dati potrebbero aumentare ulteriormente i prezzi delle materie prime, indicando attività economiche positive nella seconda economia più grande del mondo.

Altrove, la Reserve Bank of New Zealand (RBNZ) è pronta a decidere il suo tasso di interesse ufficiale (OCR), con l'aspettativa che la banca centrale mantenga il tasso in sospeso al 5,5% per l'ottava volta consecutiva. La banca è rimasta aggressiva nell'ultima riunione di maggio, segnalando che i tassi di interesse potrebbero rimanere a un livello restrittivo più a lungo del previsto. La Nuova Zelanda riporta solo l'indice dei prezzi al consumo trimestrale, che è stato del 4% anno su anno nel primo trimestre, rimanendo ben al di sopra del livello obiettivo della RBNZ dell'1-3%.

Disclaimer: Il presente articolo ha un puro scopo informativo e non costituisce raccomandazione di investimento. Tutti i diritti riservati.

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