Le vendite al dettaglio dell'Eurozona sono aumentate di un modesto 0,1% a luglio, rimbalzando da un calo dello 0,4% a giugno, secondo i dati pubblicati da Eurostat ieri. L'euro si è di conseguenza rafforzato a 1,11 rispetto al dollaro, spinto anche dalle speculazioni sul taglio dei tassi della Fed statunitense in vista del rapporto sull'occupazione di oggi.
Questo timido aumento era in linea con le previsioni degli economisti, riflettendo la lenta ripresa della regione. Nella più ampia area dell’Unione Europea, le vendite al dettaglio sono incrementate dello 0,2% lo scorso mese, invertendo anche qui una precedente contrazione dello 0,4% rispetto a giugno.
Tuttavia, su base annua, l'indice delle vendite al dettaglio è sceso dello 0,1% nell'Eurozona, evidenziando le persistenti sfide che la spesa dei consumatori deve affrontare in tutto il blocco valutario. Al contrario, l'Unione Europea ha registrato un aumento annuale dello 0,4% nel volume del commercio al dettaglio.
Ripartizione settoriale e performance degli Stati membri
In termini di performance settoriale, luglio ha registrato risultati variabili nelle diverse categorie dell'Eurozona. Le vendite di prodotti alimentari, bevande e tabacco sono aumentate dello 0,4%, mentre i prodotti non alimentari hanno registrato una risalita dello 0,1%, escluso il carburante per autotrazione (che ha subito una flessione negativa dell’1%).
In tutta l'Unione Europea sono state osservate tendenze simili, con vendite di prodotti alimentari, bevande e tabacco in aumento dello 0,5%, prodotti non alimentari (escluso il carburante per autotrazione) in aumento dello 0,2% e vendite di carburante per autotrazione in calo dell'1,4% nei negozi specializzati.
Tra gli Stati membri per i quali erano disponibili dati, la Croazia ha registrato la crescita mensile più elevata nel volume del commercio al dettaglio, con un aumento del 2,9%. Seguono Austria e Slovacchia, entrambe con un aumento dell'1,8%, mentre la Slovenia ha registrato un incremento dell'1,6%. All'altro estremo dello spettro, il Lussemburgo ha registrato il calo più netto, con una riduzione del 2,1%, seguito da Romania (-1,8%) e Cipro (-1,1%).
Reazioni del mercato
Come accennato, l'euro è rimasto fermo a 1,11 rispetto al dollaro USA, salendo dello 0,2% durante la sessione di ieri, raggiungendo i livelli visti l'ultima volta a fine agosto.
Questa forza nella moneta unica è arrivata mentre i trader hanno aumentato le scommesse sui tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, con l'attenzione degli investitori focalizzata fortemente sul prossimo rapporto sull'occupazione negli Stati Uniti, in programma per oggi.
Le speculazioni di mercato sulla portata del potenziale taglio dei tassi si sono intensificate. Secondo lo strumento CME FedWatch, ora c'è una probabilità del 41% di un taglio di 50 punti base alla riunione del 18 settembre della Federal Reserve, in aumento rispetto al 34% della settimana precedente.
I dati sul lavoro negli Stati Uniti di venerdì sono considerati fondamentali, con una crescita dell'occupazione più debole del previsto e un ulteriore aumento del tasso di disoccupazione da luglio che probabilmente alimenteranno le aspettative di un taglio dei tassi più ampio.
Nei mercati obbligazionari, i rendimenti sovrani europei sono rimasti relativamente stabili. Il rendimento del Bund decennale tedesco è rimasto invariato al 2,22%, mentre lo spread tra BTP e Bund si è ridotto di 3 punti base a 1,37 punti percentuali. Nel frattempo, lo spread tra Bonos e Bund è rimasto invariato a 0,82 punti percentuali.
I mercati azionari in Europa hanno mostrato una performance attenuata dopo la svendita di mercoledì. L'indice Euro Stoxx 50 era in calo dello 0,37% alle 13:00 ora italiana.
Le azioni francesi e olandesi hanno registrato lievi perdite, mentre Italia e Germania hanno registrato guadagni marginali. L'indice IBEX 35 spagnolo ha sovraperformato i suoi pari, salendo dello 0,5% sulla scia dei guadagni del suo settore bancario.
Tra i titoli a grande capitalizzazione, il produttore olandese di apparecchiature per semiconduttori ASML ha continuato il suo trend al ribasso, scendendo dell'1,8% dopo un brusco calo del 5,9% mercoledì, innescato da un declassamento da parte di UBS. Altri ritardatari degni di nota sono stati il gigante francese del lusso LVMH, in calo dell'1,8%, così come Air Liquide ed Essilor, che sono entrambi scesi rispettivamente dell'1,9% e dell'1,6%.
Al contrario, i titoli dei servizi di pubblica utilità sono stati i performer di spicco all'interno dell'indice Euro Stoxx 50. La tedesca RWE è salita del 3,8%, mentre la francese ENGIE è salita dell'1,8%.
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