Le politiche cinesi di stimolo all’economia hanno dato forte impulso ai mercati azionari a livello globale, specie in tutta Europa ed in particolare nei settori più esposti alla domanda dei consumatori di Pechino, come i titoli del lusso e dell'automotive. Sia l'Euro Stoxx 600 che il DAX hanno raggiunto infatti nuovi massimi storici.
Dopo il taglio dei tassi della Fed la scorsa settimana, il sentiment di propensione al rischio ha continuato a sostenere i mercati azionari globali, rafforzato anche dalle sostanziali misure di stimolo della Cina annunciate questa settimana.
Nelle materie prime, i prezzi dei metalli sono aumentati, con l'oro che ha raggiunto un nuovo massimo, mentre anche l'argento e il rame sono saliti vertiginosamente in mezzo all'ottimismo che circonda l'aumento della domanda nel Paese del Dragone.
Al contrario, il petrolio greggio è sceso al minimo di due settimane dopo la notizia che l'OPEC+ avrebbe proceduto con un aumento della produzione pianificato a dicembre.
Europa
I principali indici di riferimento sono destinati ad estendere i guadagni settimanali, con l'Euro Stoxx 600 in aumento dello 0,93%, il DAX in salita del 2,77%, il CAC 40 in avanzamento del 3,22% e il FTSE 100 in incremento dello 0,67% e il FTSE MIB in rialzo dell’1,54% negli ultimi cinque giorni di negoziazione.
Sia l'Euro Stoxx 600 che il DAX hanno raggiunto nuovi massimi giovedì, sostenuti dai guadagni nei settori dei beni di consumo di lusso e dell'automotive, stimolati dalle politiche cinesi. Anche i titoli tecnologici hanno sovraperformato, rispecchiando la tendenza di Wall Street, poiché il produttore di chip statunitense Micron ha aumentato le sue previsioni di fatturato.
Nella settimana, LVMH è aumentata dell'11,5%, ASML è salita del 5,38%, Hermès è balzata del 13,63%, L'Oréal è incrementata del 9,91% e Siemens AG del 7,97%.
Inoltre, i forti prezzi dei metalli hanno spinto le azioni minerarie, con Rio Tinto in rialzo dell'11,28%, Glencore in crescita dell'8,10% e Anglo American dell'11,70% nello stesso periodo.
Al contrario, le azioni energetiche hanno avuto una performance inferiore a causa del calo dei prezzi del petrolio, con Shell in calo del 6,45%, BP in perdita del 7,49% e TotalEnergies in contrazione del 4,37% nel periodo di negoziazione di cinque giorni.
Le azioni della Commerzbank sono salite a un nuovo massimo di 12 anni dopo che il prestatore italiano UniCredit ha aumentato la sua quota al 21% lunedì, in seguito all'acquisizione di una partecipazione del 9% la settimana precedente. Una potenziale acquisizione completa potrebbe diventare inevitabile, data questa sostanziale partecipazione azionaria, con il governo tedesco che detiene il 12%.
Sul fronte economico, l'attività commerciale della zona euro sia nel settore manifatturiero che in quello dei servizi si è contratta bruscamente a settembre, secondo i dati flash di S&P Global. Le letture deboli hanno accresciuto le aspettative che la Banca centrale europea accelererà i tagli dei tassi, trasformando così una cattiva notizia in un buon auspicio per i titoli finanziari.
Wall Street
I mercati azionari statunitensi probabilmente chiuderanno la settimana in rialzo poiché i tagli dei tassi della Fed continuano a sostenere il rally del mercato. Negli ultimi cinque giorni di negoziazione, il Dow Jones Industrial Average è salito dello 0,27%, l'S&P 500 dello 0,75% e il Nasdaq Composite è avanzato dell'1,35%.
A livello di settore, sei settori su undici hanno registrato guadagni settimanali, con i materiali in testa, in rialzo del 3,04%, trainati dall'impennata dei prezzi dei metalli.
Anche i settori della tecnologia e dei beni di consumo discrezionali hanno sovraperformato, salendo rispettivamente del 2,4% e del 4,61%. Al contrario, il settore energetico è crollato del 3,48% a causa di un forte calo dei prezzi del petrolio.
Il settore dei semiconduttori ha ripreso slancio poiché la guida positiva di Micron ha fatto aumentare il prezzo delle sue azioni del 13% giovedì, trascinando verso l’alto altri produttori di chip, con Nvidia e AMD in aumento di oltre il 7% per la settimana.
Il PMI manifatturiero statunitense si è contratto per il terzo mese consecutivo a settembre, secondo S&P Global, insieme a un forte calo della fiducia dei consumatori, indicando una cupa prospettiva economica, parzialmente alleviata dal PMI dei servizi, che invece si è attestato sopra le attese.
Tuttavia, la crescita del PIL del paese è stata confermata al 3% per il secondo trimestre e i dati sull'occupazione hanno mostrato segnali positivi. Probabilmente però, i mercati continuano a scontare tagli dei tassi più profondi da parte della Fed nei prossimi mesi, su cui in ogni caso nessuno ha la certezza. La speranza è che tali aspettative non vengano deluse.
Asia Pacifico
Al centro dell’attenzione per questa ottava è stata sicuramente la politica monetaria cinese: le politiche di allentamento della banca centrale, lette come un vero e proprio stimolo ai mercati, hanno determinato un netto incremento degli indici di riferimento asiatici.
Per l’appunto, i benchmark cinesi, tra cui l'indice Hang Seng, China A50 e le tre medie della Cina continentale, sono tutti saliti di oltre il 10% rispetto alla scorsa settimana. Ciò è stato dettato dalla mossa della People's Bank of China (PBOC), che ha annunciato un taglio dello 0,5% al coefficiente di riserva obbligatoria e tassi ridotti sulle linee di credito a breve termine.
Ha inoltre dato il via libera alle istituzioni finanziarie per acquistare azioni utilizzando prestiti della banca centrale. In più, la PBOC ha svelato misure per dare impulso al mercato immobiliare, vero “malato” di lunga degenza di Pechino, che potrebbe finalmente essere sulla via del recupero.
Nel frattempo, l'indice Nikkei 225 del Giappone è salito di oltre il 4% in seguito alla posizione accomodante della Banca del Giappone la scorsa settimana, mentre lo yen giapponese si è indebolito rispetto al dollaro.
Al contrario, il mercato australiano ha avuto prestazioni inferiori alla tendenza globale, con l'ASX 200 in ritardo a causa della posizione aggressiva della Reserve Bank of Australia. La banca centrale ha infatti mantenuto il tasso di interesse invariato al 4,35% e ha ribadito la sua politica monetaria restrittiva per frenare l'inflazione. L'indice dei prezzi al consumo del paese è salito del 2,7% ad agosto, rimanendo al di sopra del livello obiettivo del 2%.
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