L’UE ha bisogno di appalti pubblici più competitivi e strategici per sfruttare appieno il potenziale di un mercato da 2.000 miliardi di euro (pari al 14% del PIL dell’UE) e ciò richiederà una revisione del quadro esistente, secondo il rapporto di Enrico Letta sul mercato unico recentemente pubblicato.
“Il mercato degli appalti pubblici dovrebbe essere sfruttato come strumento chiave per promuovere il valore sociale, valorizzare il capitale sociale e allinearsi con le ambizioni dell’UE per le trasformazioni verdi e digitali”, ha scritto l’ex primo ministro italiano.
Dalla riforma del quadro normativo nel 2014, tuttavia, ha sottolineato che “le procedure non sono state semplificate, l'accesso per le PMI non è stato migliorato e gli aspetti ambientali, innovativi e sociali sono stati presi in considerazione solo in misura limitata”.
Secondo una recente analisi della Corte dei conti europea (ECA), il mercato degli appalti pubblici non solo non è riuscito a raggiungere questi obiettivi, ma è addirittura diventato meno competitivo nel corso dell’ultimo decennio. Allora, cosa sta fallendo?
Le ragioni dell’insuccesso nella gestione degli appalti pubblici
Per il gruppo industriale Business Europe è necessario uno studio approfondito sulle ragioni del basso livello di concorrenza nel mercato degli appalti pubblici.
"Senza uno studio di questo tipo, non siamo convinti che una revisione del quadro normativo possa portare a qualcosa di buono", ha affermato Jan Rempala, consulente di Business Europe, sostenendo che i problemi evidenziati nel rapporto della Corte dei conti europea si riferiscono meno al quadro normativo stesso quanto a un'applicazione inefficace delle regole presenti.
I rappresentanti dei lavoratori, al contrario, vogliono che venga presa in considerazione la revisione delle norme esistenti. "Il quadro legislativo per gli appalti pubblici non può funzionare meglio allo stato attuale", ha detto a Euronews Olivier Roethig, segretario regionale del sindacato dei servizi UNI Europa.
Tra il 2011 e il 2021, il numero di offerenti per procedura è sceso da una media di 5,7 a 3,2, e le attuali procedure di appalto richiedono ora in media 96,4 giorni, rispetto ai passati 62,5 giorni.
Roethig ritiene inoltre che il quadro attuale dipenda troppo dalla “buona volontà delle autorità pubbliche”, con il risultato che la spesa pubblica spesso contribuisce al declino sociale e alla corsa al ribasso, piuttosto che essere un motore del progresso sociale. Ciò è in parte dovuto al fatto che la maggior parte degli appalti vengono ancora aggiudicati all’offerente più basso, cercando di essere economicamente vantaggiosi piuttosto che ottenere il miglior rapporto qualità-prezzo.
"Concentrarsi solo sul prezzo più basso è controproducente e miope", ha detto a Euronews l'eurodeputato tedesco di centrodestra Dennis Radtke, aggiungendo che fattori importanti come la qualità del servizio, le condizioni di lavoro o l'impatto ambientale non vengono presi in considerazione nella maggior parte degli Stati membri”.
"Un'altra considerazione importante potrebbe essere quella di dare priorità alle aziende europee", ha affermato Radtke, aggiungendo: "Ciò rafforza la nostra indipendenza strategica e l'Europa come sede commerciale". Tuttavia, gli ultimi dati disponibili mostrano che in otto Stati membri oltre l’80% degli appalti sono stati aggiudicati all’offerente con il minore importo preventivato.
"Affidarsi eccessivamente all'offerta più economica può portare a sacrifici in termini di qualità, sostenibilità, innovazione e valore sociale", sottolinea anche il rapporto di Letta.
Ancora più preoccupante, il rapporto dell’ex primo ministro italiano avverte che questa pratica mina il vero potenziale della spesa pubblica e lo sviluppo di catene di approvvigionamento locali che possono competere con beni e servizi a basso costo provenienti da paesi con salari e standard sociali più bassi.
"Anche le aziende che abitualmente non rispettano le regole non possono essere escluse dalle offerte", ha affermato l'eurodeputato Nikolaj Villumsen (Danimarca/La Sinistra), aggiungendo: "Ciò crea concorrenza sleale per le numerose aziende che invece si attengono a stringenti normative".
Le possibili soluzioni al problema
Letta ha in aggiunta proposto che gli Stati membri razionalizzino e chiariscano il focus degli obiettivi sugli appalti pubblici, migliorandone la gestione dei dati e allineando questo strumento con le ambizioni dell'UE per la transizione ecologica e tecnologica.
La relazione sul mercato unico ha anche sollevato la possibilità di trasformare il quadro normativo dell’UE sugli appalti pubblici in un regolamento, limitando così la possibilità di frammentazione nazionale.
"Se cambiamo le regole, possiamo contribuire a garantire che gli appalti pubblici vengano utilizzati per sostenere le politiche dell'UE", ha affermato Villumsen, in modo che, ad esempio, le aziende che violano ripetutamente le norme in materia di salute e sicurezza possano essere inserite nella lista nera delle gare d'appalto.
I legislatori dell’UE come Radtke e Villumsen, che da tempo sostengono una revisione del quadro normativo, ritengono che le clausole sociali dovrebbero essere obbligatorie in tutti gli appalti pubblici per promuovere la creazione di posti di lavoro di qualità e prevenire lo sfruttamento e gli abusi nelle catene di approvvigionamento, soprattutto nei settori ad alta intensità di manodopera, come le industrie.
Durante la pandemia, ad esempio, è stato riferito che gli operatori dei call center che seguivano i casi di Covid-19 nell’ambito di una gara pubblica del governo olandese erano sottopagati e non avevano nemmeno diritto alle pause per andare in bagno. Il sindacato olandese FNV ha per altro affermato che i lavoratori non ricevevano contributi pensionistici e che dovevano utilizzare le proprie attrezzature.
Secondo una mappa che traccia diversi casi negli ultimi anni, il caso non è unico nell’UE.
“Mentre in teoria gli appalti pubblici socialmente responsabili sono incoraggiati, in pratica il denaro pubblico non rafforza il lavoro dignitoso”, ha concluso Roethig.
Il 24 maggio è prevista una riunione avente all’ordine del giorno la discussione su come migliorare gli appalti pubblici; ciò potrebbe dar luce a qualche progresso a riguardo, considerando anche che i ministri dell’economia e del lavoro degli Stati Membri si incontreranno a Bruxelles anche per parlare del futuro del mercato unico in vista delle prossime elezioni.
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