Riepilogo settimanale: i mercati si ritirano tra le crescenti tensioni in Medio Oriente

Riepilogo settimanale: i mercati si ritirano tra le crescenti tensioni in Medio Oriente

I mercati globali sono destinati a chiudere la settimana in ribasso a seguito dell'escalation del conflitto tra Iran e Israele. Ciò ha favorito il petrolio greggio, il cui valore è aumentato, ed ha sostenuto le azioni energetiche globali, insieme a un rally nel settore della difesa europeo.

I mercati azionari su entrambe le sponde dell'Atlantico sono dunque in procinto di chiudere la settimana in territorio negativo, poiché il sentimento di avversione al rischio ha dominato per via delle crescenti tensioni riguardanti il conflitto militare tra Iran e Israele.

Le azioni cinesi per contro hanno registrato registrare un altro forte guadagno settimanale sulla Borsa di Hong Kong, poiché le misure di stimolo in corso stanno continuando ad alimentare il rally. Tuttavia, questo ottimismo non è riuscito a sollevare gli altri mercati regionali nella regione Asia-Pacifico.

Europa

I principali indici di riferimento europei sono in rosso questa settimana, con l'Euro Stoxx 600 in calo dell'1,82%, il DAX in discesa del 2,35%, il CAC 40 in perdita del 4,03%, il FTSE 100 in contrazione dello 0,46% e il FTSE MIB in negativo del 3,57%.

In effetti, il rally nei mercati azionari europei, stimolato dalle politiche di stimolo cinesi, ha purtroppo perso slancio, con la maggior parte dei settori in calo questa settimana. Tuttavia, l'escalation del conflitto in Medio Oriente ha spinto verso l'alto i titoli energetici e della difesa.

I titoli dei beni di consumo di lusso hanno subito un brusco calo dopo l'impennata della scorsa settimana. Negli ultimi cinque giorni di negoziazione, LVMH è sceso del 5,88%, Hermès del 5,71% e Richemont del 2,31%.

Anche i titoli a grande capitalizzazione hanno avuto una performance inferiore a causa del prevalente sentimento di avversione al rischio. Le azioni ASML si sono leggermente contratte durante la settimana, con SAP in perdita dell'1,67% e Novo Nordisk del 5,77% rispetto alla ottava precedente.

Al contrario, le azioni energetiche hanno beneficiato dell'impennata dei prezzi del petrolio, con Shell in rialzo del 6%, BP in aumento del 5,67% e TotalEnergies in incremento del 4,41%. Anche il settore della difesa è salito in termini di valore, con BASF SE in rialzo del 6,85%, Rheinmetall AG del 4,91% e BAE Systems in aumento del 4,67% durante la settimana.

Al contrario, tra le performance peggiori rientra quella di Stellantis, le cui azioni sono crollate al livello più basso da ottobre 2022 dopo che la casa automobilistica italiana ha segnalato un calo delle vendite del 20% negli Stati Uniti.

Le azioni di Commerzbank AG sono rimaste vicine al massimo di 12 anni, nonostante un leggero calo questa settimana. Nel frattempo, la presidente della BCE Christine Lagarde ha espresso sostegno alle fusioni bancarie, in mezzo alle speculazioni sulla potenziale acquisizione di Commerzbank da parte di UniCredit.

Sul fronte economico, l'indice dei prezzi al consumo (CPI) flash dell'eurozona si è raffreddato all'1,8% a settembre, al di sotto dell'obiettivo della BCE, in calo rispetto al 2,2% del mese precedente, secondo Eurostat.

I dati preliminari CPI tedeschi hanno mostrato che il tasso di inflazione del paese è sceso all'1,6% anno su anno a settembre, in riduzione rispetto all'1,9% di agosto.

I dati sull'inflazione più bassi del previsto hanno quindi rafforzato le aspettative che la BCE acceleri i tagli dei tassi di interesse quest'anno. L'euro si è indebolito di un centesimo rispetto al dollaro USA durante la settimana a causa di questi sviluppi, complice anche un’economia europea che stenta a ripartire.

Wall Street

Anche i mercati azionari statunitensi hanno chiuso la settimana in negativo, dopo una serie di dati economici più forti del previsto, smorzando le speranze di un taglio dei tassi a breve termine da parte della Federal Reserve.

Negli ultimi cinque giorni di negoziazione, il Dow Jones Industrial Average è sceso dello 0,71%, l'S&P 500 si è contratto dello 0,67% e il Nasdaq Composite è scivolato dell'1,12%.

A livello di settore, sette settori su undici hanno registrato perdite settimanali, con beni di consumo discrezionali e materiali in testa ai cali, rispettivamente del 2,28% e del 2,25%.

Al contrario, il settore energetico è anche qui salito del 7% questa settimana a causa dei prezzi del petrolio in forte rialzo. Anche il settore dei servizi di pubblica utilità ha beneficiato delle aspettative di tassi di interesse più bassi, salendo del 2,54% durante la settimana.

Le azioni Tesla sono scese del 5% questa ottava, a seguito di un deludente rapporto sulle consegne del terzo trimestre, che ha rivelato come il produttore di veicoli elettrici abbia venduto meno auto del previsto, evidenziando l'intensa concorrenza da affrontare e l'indebolimento della domanda dei consumatori.

Sul fronte economico, il rapporto sulle offerte di lavoro JOLTs è rimbalzato dopo due cali mensili consecutivi ad agosto, suggerendo che il mercato del lavoro statunitense si sta stabilizzando. Anche i dati sulle buste paga non agricole di ADP, che forniscono l'elaborazione automatica dei dati, hanno mostrato cifre superiori alle aspettative.

Poiché l'occupazione rimane l'obiettivo principale della Federal Reserve, il prossimo rapporto sulle buste paga non agricole, previsto per oggi, sarà fondamentale per valutare il sentiment del mercato. In generale, dati sul mercato del lavoro solidi potrebbero rallentare il taglio dei tassi Fed, per scongiurare il rischio di rebound dell’inflazione.

Asia Pacifico

Mentre i mercati della Cina continentale sono rimasti chiusi questa settimana per le celebrazioni della Festa Nazionale, il mercato azionario di Hong Kong ha ripreso a negoziare mercoledì, con l'indice Hang Seng in rialzo di oltre il 7% rispetto alla settimana scorsa, segnando il suo secondo guadagno settimanale consecutivo.

Il nuovo Primo Ministro giapponese, Shigeru Ishiba, ha dichiarato che l'attuale contesto non era favorevole a un ulteriore aumento dei tassi, innescando un forte calo dello yen e rafforzando i mercati azionari locali giovedì. Il Nikkei 225 è tuttavia rimasto in ribasso di oltre il 3% questa settimana, a causa del diffuso sentimento di avversione al rischio.

Anche le azioni australiane hanno subito un brusco calo nei cinque giorni di negoziazione, con l'ASX 20 in diminuzione del 2% rispetto al suo massimo storico. Rispecchiando le tendenze globali, il settore energetico ha sovraperformato, salendo del 6%.

D’altro canto, i titoli azionari a grande capitalizzazione nei settori minerario e bancario hanno sottoperformato, pesando sulla performance complessiva del mercato.

Disclaimer: Il presente articolo ha un puro scopo informativo e non costituisce raccomandazione di investimento. Tutti i diritti riservati.

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