I mercati europei sono per lo più in ribasso in questa settimana poiché le incertezze politiche continuano a pesare sul sentiment e sull’avversione al rischio. La svendita nei mercati azionari francesi è ripresa ancor prima delle elezioni parlamentari.
Le tensioni derivanti dalla politica hanno dunque continuato ad influire negativamente sulla volontà egli investitori, spingendo in basso molti titoli (non sono d’Oltralpe), con la maggior parte dei mercati azionari europei diretti appunto ad una chiusura negativa. Dall'altra parte dell'Atlantico, Wall Street ha esteso il suo slancio al rialzo con il solito rally dei titoli tecnologici. Nel frattempo, l’azionariato asiatico si dimostra ancora contrastante, a causa delle diverse dinamiche economiche dei vari Paesi.
Europa
La maggior parte dei benchmark europei sono in rosso nelle loro prestazioni settimanali, con l'Euro Stoxx 600 in calo dell'1,07%, il CAC 40 in calo dell'1,28% e il FTSE 100 in calo dello 0,70%. Il DAX è l'unico indice in territorio positivo, in rialzo dello 0,23% negli ultimi cinque giorni di negoziazione. I titoli in Francia e nel Regno Unito sono poi particolarmente sotto pressione, nell’attesa dei risultati elettorali.
Le azioni dei beni di consumo hanno avuto una performance inferiore alle aspettative dopo che H&M ha riportato utili trimestrali inferiori alle attese, riportando così un calo del 14% giovedì. In aggiunta, nel periodo di negoziazione di cinque giorni, le azioni di Nestlé sono scese del 2,68%, quelle di L'Oréal sono scese del 3,41% mentre Unilever Plc è scivolata dell'1,4%. All'inizio di giugno, anche il grande magazzino Inditex, che possiede Zara, ha riportato un rallentamento nelle vendite del primo trimestre. La pressione sulle azioni dei beni di consumo suggerisce che gli alti costi della vita hanno pesato sulla spesa dei consumatori.
Al contrario, il settore energetico è rimbalzato, trainato dall'aumento dei prezzi del petrolio greggio, con la quotazione del titolo Shell in aumento del 3% e quella di BP in incremento dell'1,34. Tuttavia, un aumento del costo delle materie prime potrebbe a sua volta comportare una ripresa dell’inflazione, a sua volta alimentata da un dollaro USA al momento molto forte
Le azioni farmaceutiche sono rimaste piuttosto resilienti: Novo Nordisk ha raggiunto il massimo storico alla notizia che la società prevederà di investire 4,1 miliardi di dollari in un nuovo stabilimento negli Stati Uniti. In una performance settimanale, le azioni del più grande produttore di farmaci europeo sono aumentate infatti dell'1,79%, mentre quelle di Roche GS dello 0,12%.
Al contrario, le azioni di Airbus sono crollate del 12% negli ultimi cinque giorni di negoziazione dopo che il produttore di aeromobili ha declassato le sue previsioni per il 2024 a causa di interruzioni della catena di fornitura. Ha trascinato verso il basso altre azioni industriali e della difesa, con Rolls Royce in calo del 5,2% e BAE Systems in calo del 2,07% alla Borsa di Londra rispetto alla scorsa settimana.
In termini di valute, l'euro ha continuato a indebolirsi rispetto al dollaro USA a causa dell'incerto panorama politico. Il tasso di cambio dell'euro rispetto al biglietto verde è attualmente rimasto al di sotto di 1,07 al minimo di tre settimane.
Wall Street
I mercati azionari statunitensi hanno per contro esteso un momentum positivo, ma a un ritmo più lento. Mentre i giganti della tecnologia hanno continuato ad alimentare il rally a Wall Street, altri settori hanno guadagnato poco in vista delle aspettative di tassi di interesse "più alti per più tempo". In cinque giorni di negoziazione, il Dow Jones Industrial Average è salito leggermente dello 0,04%, l'S&P 500 è salito dello 0,33% e il Nasdaq è salito dello 0,93%.
A livello di settore, solo tre su undici hanno registrato guadagni rispetto alla settimana scorsa, con il gruppo delle telecomunicazioni in testa, in rialzo del 2,22% rispetto alla settimana scorsa, guidato da Alphabet e Meta Platforms, in rialzo rispettivamente del 5,2% e del 3,6%. Anche il settore dei beni di consumo discrezionali ha sovraperformato, salendo dell'1,51% su base settimanale, sostenuto da Amazon e Tesla, in rialzo rispettivamente del 6,31% e dell'8,73%. Le azioni di Amazon hanno raggiunto un nuovo massimo nel rally alimentato dall'intelligenza artificiale, con la sua capitalizzazione di mercato che ha superato i 2 trilioni di dollari per la prima volta nella storia.
Anche negli USA il settore energetico ha ripreso a guadagnare, con un aumento dello 0,65% in una settimana, pure qui grazie ai prezzi del petrolio verso i massimi negli ultimi due mesi.
D'altro canto, beni di consumo di base, tecnologia, industria e servizi di pubblica utilità sono stati i ritardatari, tutti in calo di oltre l'1%. La presa di profitto in Nvidia è stata il principale fattore che ha contribuito al calo del settore tecnologico.
Gli investitori terranno d'occhio i dati sulla spesa per consumi personali (PCE) degli Stati Uniti più tardi oggi, per valutare la traiettoria dell'inflazione del Paese e le possibili conseguenze sulle future scelte della Fed in merito a eventuali tagli dei tassi di interesse.
Mercati asiatici
I mercati asiatici si stanno dirigendo verso una chiusura “mista” in questa settimana, con il Nikkei 225 giapponese in rialzo del 3,13%, l'ASX 200 australiano invariato e l'indice Hang Seng cinese in calo dell'1,72%.
L'inflazione annuale australiana ha toccato il 4% a maggio, più alta del 3,8% previsto e rimasta elevata per tre mesi consecutivi. Ciò solleva preoccupazioni sul fatto che la Reserve Bank of Australia aumenterà il suo tasso di cambio ufficiale nella prossima riunione di agosto, dopo cinque pause consecutive.
I mercati azionari giapponesi hanno raggiunto invece un massimo di due mesi, mentre lo yen giapponese è crollato a un nuovo minimo in 28 anni rispetto al dollaro statunitense, con il tasso di cambio che è salito a oltre 161 yen per un dollaro. I mercati azionari cinesi hanno esteso la debolezza dovuta alle crescenti tensioni commerciali con altre grandi economie come gli Stati Uniti, l'UE e il Canada.
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