I mercati globali sono destinati a tornare a una normale settimana di contrattazioni dopo le festività. Wall Street non è riuscita a ottenere un forte rally natalizio poiché le prese di profitto hanno causato un ritiro su larga scala, anche se nei giorni precedenti i mercati avevano esteso i trend di fine anno, con il dollaro USA che ha continuato a raggiungere un nuovo massimo di due anni e gli azionari globali in ritirata.
In Europa, l'aumento dei prezzi dell'energia, in particolare del gas naturale, potrebbe esercitare una pressione al rialzo sull'inflazione e pesare sull'euro. Tuttavia, i guadagni nelle azioni di petrolio e gas hanno parzialmente compensato le perdite in altri settori.
Questa settimana dunque l'attenzione sarà rivolta ai dati flash sull'inflazione nell'Eurozona per dicembre, che potrebbero influenzare la posizione di politica monetaria della Banca centrale europea (BCE). Oltreoceano, i dati sulle buste paga non agricole negli Stati Uniti forniranno informazioni chiave sul mercato del lavoro e guideranno le aspettative per le prossime decisioni sui tassi della Federal Reserve.
Europa
L'inflazione dell'Eurozona probabilmente aumenterà a dicembre secondo le stime consensuali. A novembre, l'indice dei prezzi al consumo principale è arrivato al 2,2%, in aumento rispetto al 2% del mese precedente.
Si prevede che i prezzi al consumo continueranno ad aumentare del 2,4% a dicembre. L'inflazione di fondo, escludendo voci volatili come cibo ed energia, dovrebbe rimanere al 2,7%.
Saranno inoltre pubblicate le letture preliminari dell'inflazione da Germania, Francia e Italia, con tutte previste per riflettere una tendenza al rialzo (e in effetti così è stato ieri per il dato tedesco). La BCE ha indicato che l'inflazione era sulla buona strada per raggiungere l'obiettivo del 2% a un certo punto nel 2025, ma le soprese paiono essere sempre dietro l’angolo.
Gli economisti si aspettano che la banca riduca ulteriormente il tasso di interesse di almeno 100 punti base quest'anno. Eppure, l'aumento dei prezzi dell'energia e le incertezze che circondano la presidenza di Trump potrebbero complicare le prospettive.
Inoltre, anche Spagna e Italia pubblicheranno i loro PMI dei servizi per dicembre. Le previsioni consensuali suggeriscono miglioramenti, con l'attività commerciale italiana che potrebbe tornare a espandersi dopo un forte calo a novembre.
Sono attesi anche i PMI finali dei servizi per Francia e Germania, con entrambi previsti in linea con le stime flash. I dati preliminari indicano che il settore dei servizi in Francia ha registrato una flessione per il quarto mese consecutivo a dicembre.
Stati Uniti
I dati sull'occupazione negli Stati Uniti rimangono un punto focale per i mercati globali, fornendo indizi per le future decisioni sui tassi della Fed. A novembre, gli Stati Uniti hanno aggiunto 227.000 nuovi posti di lavoro e il tasso di disoccupazione è salito al 4,2% dal 4,1% del mese precedente.
Le previsioni consensuali stimano le buste paga non agricole in incremento di 153.000 a dicembre e il tasso di disoccupazione stabile al 4,2%. Queste cifre suggeriscono un raffreddamento del mercato del lavoro e pertanto ipotizzano che la Fed dovrebbe continuare il suo ciclo di allentamento monetario.
Anche i verbali della riunione del FOMC saranno fondamentali per il sentiment degli investimenti. La Fed è passata a una posizione più aggressiva quando ha tagliato (di poco) il tasso di interesse a dicembre, poiché i dati sull'occupazione si sono dimostrati più forti del previsto negli ultimi mesi.
Il dot plot della Fed ora prevede un taglio del tasso di 50 punti base nel 2025, in calo rispetto al taglio percentuale completo previsto a settembre scorso.
Asia-Pacifico
In Asia, la Cina pubblicherà il suo CPI e l'indice dei prezzi alla produzione per dicembre. I prezzi al consumo sono aumentati dello 0,2% anno su anno a novembre, in calo rispetto allo 0,3% del mese precedente, ed è stato l'aumento più debole da giugno.
Il consenso prevede che il CPI per dicembre aumenterà dello 0,1%, il che suggerisce che la seconda economia mondiale rimane sotto pressione disinflazionistica a causa della debole domanda dei consumatori. Il prezzo alla produzione è sceso del 2,5% anno su anno ed è stato in deflazione per il 26° mese consecutivo a novembre. Si prevede che i dati continueranno la tendenza a dicembre.
Anche l'Australia pubblicherà il suo CPI mensile per novembre. Il consenso prevede che l'inflazione potrebbe essere leggermente aumentata al 2,2% dal 2,1% del mese precedente. Molti economisti prevedono che la Reserve Bank of Australia darà inizio al ciclo accomodante tagliando i tassi di 25 punti base a maggio 2025.
Disclaimer: Il presente articolo ha un puro scopo informativo e non costituisce raccomandazione di investimento. Tutti i diritti riservati.