I mercati globali sono stati piuttosto contrastanti questa settimana, con le azioni europee crollate per i “tumulti politici”, mentre Wall Street ha raggiunto un nuovo massimo alimentato da un forte rally tecnologico.
I mercati azionari europei hanno chiuso la settimana in negativo a causa dei risultati delle elezioni UE (se interessato ad approfondire l’argomento puoi leggere il mio articolo “I mercati affrontano la loro reazione emotiva dopo i risultati delle elezioni europee e la mossa a sorpresa di Macron”), nonostante un rimbalzo di breve durata indotto dalle dichiarazioni della Federal Reserve (Fed) di mercoledì.
Al contrario, Wall Street ha mantenuto il suo slancio rialzista, guidato dal costante rally tecnologico. Nel frattempo, i mercati azionari asiatici sono stati influenzati dal calo dei prezzi dei metalli e dai dati economici cinesi, non troppo entusiasmanti.
Vediamo dunque più nel dettaglio la situazione per ciascuna area geografica.
Europa
I principali indici di riferimento europei sono scesi pressoché per tutta la settimana a seguito di una reazione derivante dal forte incremento di potere della destra più conservatrice alle elezioni parlamentari dell'UE. La svendita è stata particolarmente pronunciata nei mercati francesi, con il CAC 40 in calo del 3,67% rispetto alla settimana precedente, dopo che il presidente Emmanuel Macron ha indetto elezioni anticipate. Nel periodo di negoziazione dei cinque giorni, l'Euro Stoxx 600 ha perso l'1,77%, il DAX è sceso dell'1,58% e il FTSE 100 è scivolato dello 0,99%
A livello di settore, le azioni bancarie francesi hanno guidato le perdite generali tra le preoccupazioni degli investitori per potenziali interruzioni della stabilità finanziaria pubblica a seguito del probabile ed imminente cambio di governo (il partito della Le Pen pare avere un netto vantaggio su quello di Macron). Le azioni di BNP Paribas SA sono crollate di quasi il 10%, mentre le azioni di Credit Agricole sono scese del 7,8%. Anche le azioni di energia rinnovabile e difesa hanno registrato performance inferiori a causa delle incertezze, con i cali di TotalEnergies (-4%), Airbus SE (-5,2%) e Safran (-5,4%).
Inoltre, le azioni delle case automobilistiche tedesche sono state colpite dalle preoccupazioni per potenziali ritorsioni da parte della Cina sui dazi. Porsche AG ha registrato un calo del 7,9%, mentre Volkswagen AG è scesa del 7,3% negli ultimi cinque giorni di negoziazione. Anche le azioni dei beni di consumo di lusso sono state negativamente influenzate dalle crescenti tensioni commerciali, con LVMH in calo del 3,5% e Hermes in calo del 2,6%. In effetti, l’inasprimento dei rapporti UE-Cina non giova sicuramente all’economia europea, come scritto nel mio articolo “Il rischio di un'escalation UE-China potrebbe condurre ad una guerra commerciale”.
Le azioni tecnologiche si sono dimostrate il settore più resiliente, rispecchiando la performance di Wall Street. Tuttavia, le principali azioni tecnologiche hanno mostrato solo una performance settimanale piatta, con ASML in rialzo dello 0,15% e SAP in rialzo dell'1% rispetto alla scorsa settimana.
L'euro si è indebolito rispetto ad altri omologhi del gruppo G-10 a causa delle turbolenze politiche. La moneta unica si è contratta dello 0,56% rispetto al dollaro USA, toccando quota 1,0741. L’euro si è indebolito anche nei confronti della sterlina britannica dello 0,5% a 0,8419, segnando il suo livello più basso da agosto 2022.
Wall Street
I mercati azionari statunitensi sono saliti a nuovi massimi dopo la decisione sui tassi della Fed, con il la corsa tech guidata questa volta da Apple che ha contribuito allo slancio rialzista. L'S&P 500 ha guadagnato l'1,62% nel periodo di negoziazione di cinque giorni, segnando il suo 29° massimo storico dell'anno giovedì e superando quota 5.400 per la prima volta nella storia. Il Nasdaq, che è fortemente orientato verso i titoli tecnologici, ha registrato performance particolarmente positive, salendo del 3,11% rispetto alla settimana precedente. Al contrario, il Dow Jones Industrial Average è rimasto indietro, in calo dello 0,39% rispetto alla settimana precedente, appesantito dalle perdite nei titoli industriali e bancari.
A livello settoriale, il comparto che ha registrato i maggiori profitti è stato quello tecnologico (neanche a dirlo…), con un +5,6%, mentre telecomunicazioni, energia, finanza e beni di consumo di base hanno tutti segnato performance negative, ciascuno in calo di oltre l'1%.
A proposito di tecnologia, le azioni Apple sono aumentate del 10% in una sola settimana, riconquistando la sua posizione di seconda azienda più grande al mondo, una corsa alimentata dall'annuncio di lunedì dell'adozione dell'intelligenza artificiale per i loro software. A fare da buona compagnia al gigante di Cupertino ci sono state le azioni di Nvidia, salite del 7% dall'inizio delle contrattazioni dopo lo split azionario di 10 a 1. Le shares di Broadcom sono inoltre salite di quasi il 20%, guidate da solidi risultati trimestrali e dall'annuncio (sulla scia di Invidia) di una suddivisione azionaria 10 per 1.
Gli Stati Uniti hanno riportato dati sull'inflazione leggermente più bassi del previsto per maggio. L'indice dei prezzi al consumo (CPI) statunitense è salito del 3,3% rispetto all'anno scorso, leggermente al di sotto del 3,4% previsto. Sebbene i dati siano rimasti al di sopra dell'obiettivo della Fed del 2%, hanno indicato che l'inflazione è su una traiettoria discendente.
La Fed ha mantenuto il tasso di interesse invariato tra il 5,25% e il 5,5%, in linea con le aspettative. Tuttavia, il grafico a punti ha indicato una previsione di un solo taglio dei tassi per quest'anno e quattro tagli entro il 2025. Questa proiezione segna una diminuzione significativa rispetto ai tre tagli previsti per il 2024 a marzo. Nonostante ciò, i mercati obbligazionari hanno reagito alla riunione della Fed in modo accomodante, con i rendimenti dei titoli di Stato statunitensi a 10 anni in calo di 20 punti base, al 4,24% questa settimana.
Mercati asiatici
I principali indici azionari asiatici hanno mostrato performance tra loro differenti nel corso della settimana, con l'ASX 200 australiano in calo dell'1,71%, il Nikkei 225 giapponese in aumento dello 0,48% e l'indice Hang Seng cinese in calo del 2,19%.
La Banca del Giappone ha mantenuto invariato il tasso di riferimento come ampiamente previsto e ha segnalato una potenziale riduzione degli acquisti obbligazionari alla prossima riunione (una manovra di quantitative titghtening). Questa posizione accomodante ha portato a un calo dello yen ma per contro ha rafforzato i mercati azionari giapponesi, i quali hanno registrato un rialzo venerdì.
Diversamente, gli asset delle stocks cinesi hanno registrato cali dovuti a dati economici deludenti e alle crescenti tensioni commerciali sia con l'UE che con gli Stati Uniti. La Cina ha riportato dati CPI più deboli del previsto per maggio, suggerendo una domanda interna dei consumatori piuttosto lenta. Tuttavia, queste cifre potrebbero spingere il governo cinese a implementare ulteriori misure di stimolo.
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