L'UE potrebbe ulteriormente perdere la sua competitività sul tema dell’intelligenza artificiale (IA) rispetto agli Stati Uniti e alla Cina, a causa dell'instabilità politica francese, a sua volta causata dalla posizione dell'estrema destra sui controlli all'immigrazione e sulle restrizioni agli investimenti esteri.
I mercati azionari europei sono stati notevolmente più deboli rispetto ai loro omologhi statunitensi dalle elezioni parlamentari dell'UE a oggi, dunque nell’arco delle ultime due settimane. Mentre Wall Street ha ripetutamente raggiunto i suoi massimi storici su un rally guidato proprio dall'IA, i benchmark di riferimento in Europa hanno continuato a essere sotto pressione, evidenziando una fiducia degli investimenti piuttosto smorzata in tutto il mercato regionale.
I mercati europei hanno prestazioni inferiori rispetto ai loro omologhi a causa del minore potere tecnologico
A parte l'impatto politico, un altro fattore che ha primariamente reso i mercati europei meno competitivi è che i titoli UE nel campo tech sono purtroppo meno ponderati all’interno dei vari indici borsistici, in quanto la loro forza commerciale è molto più contenuta rispetto alle loro aziende equivalenti USA o cinesi.
Per tale motivo, lo slancio portato quindi dalla cavalcata dell’intelligenza artificiale è stato di gran lunga meno impattante nel vecchio continente. Basti pensare ad esempio che, in termini di performance mensile, il CAC 40 francese è crollato del 7,64%, l'Euro Stoxx 50 del 3,74% e il DAX tedesco ha perso il 3,7%. Al contrario, l'S&P 500 è salito del 3,37% e il Nasdaq ha registrato un rally del 6,34%. In Asia, anche i principali indici, come l'indice Hang Seng e l'ASX 200, sono in rialzo per il periodo di un mese.
La maggior parte dei principali mercati azionari ha seguito il rally di Wall Street, che è stato guidato principalmente da azioni legate all'intelligenza artificiale. I giganti della tecnologia statunitense sono stati particolarmente forti, con Nvidia, Apple, Broadcom e Micron Technology in rialzo rispettivamente del 47%, 13%, 29% e 22% rispetto al mese scorso.
In confronto, i mercati azionari europei sono molto meno pesati per le aziende tecnologiche, favorendo maggiormente banche e società energetiche. Questi settori, tuttavia, sono stati significativamente influenzati dalle incertezze politiche, specie i titoli bancari francesi. Altra disparità risulta data dal fatto che delle dieci aziende più preziose nell'S&P 500, otto sono giganti della tecnologia, mentre solo due aziende focalizzate sulla tecnologia sono presenti nell'Euro Stoxx 600.
I movimenti divergenti nei mercati azionari sottolineano le sfide in corso che l'Eurozona sta affrontando: una mancanza di competitività nei suoi progressi tecnologici, che sta attualmente determinando una fuga dei capitali esteri – ma in realtà anche nostrani – verso “lidi” potenzialmente più remunerativi.
Le incertezze politiche e l’ambizione di sviluppo IA scuotono la Francia
Il Paese Transalpino è diventato un hub di intelligenza artificiale in tutta Europa nel corso degli ultimi anni, date le sue politiche di supporto alla tecnologia d’avanguardia. La nazione ha tratto frutti dall'ambizione per lo sviluppo tecnologico portato dal recente governo francese, con un notevole successo nelle startup di intelligenza artificiale, come Mistral AI. Macron dà infatti priorità al supporto alle aziende high tech, rendendo più facile per loro assumere lavoratori qualificati dall'estero.
Tuttavia, il nervosismo politico presente ora in Francia potrebbe mettere alla prova il proseguire di tale favore nazionale verso l’IA. Pare che la leader del partito di estrema destra, Marine Le Pen, abbia chiesto un programma protezionistico con lo slogan "prima la Francia", che prevede tra i vari punti la riduzione dei lavoratori migranti e l'imposizione di un maggiore controllo sugli investimenti esteri. A onor del vero però, la stessa Le Pen ha altresì ribadito il proprio impegno, qualora eletta, a collaborare con Macron e, in generale, a non interrompere la politica economica intrapresa dal Presidente in carica.
Comunque sia, una posizione più conservatrice può mettere a rischio il piano di Emmanuel Macron di attrarre fino a 15 miliardi di euro di investimenti in settori chiave quali tecnologia, intelligenza artificiale e prodotti farmaceutici, come annunciato al summit annuale "Choose France" un mese fa (se interessato ad approfondire l’argomento, puoi leggere l’articolo “La Francia si classifica ancora come il paese europeo più attraente per gli investitori stranieri”).
Al summit, Microsoft ha annunciato che avrebbe investito 4 miliardi di euro in Francia per gestire un nuovo data center incentrato sull'intelligenza artificiale. Amazon ha anche rivelato un piano di investimenti da 1,2 miliardi di euro per un altro data center per la sua unità cloud AWS e un magazzino per le operazioni di vendita al dettaglio. La principale minaccia che un governo guidato dall'estrema destra potrebbe rappresentare per questi progetti è la restrizione all'assunzione di lavoratori migranti qualificati, poiché Le Pen chiede una preferenza per l'occupazione nazionale.
Hugo Weber, responsabile degli affari pubblici presso la società di e-commerce Mirakl, ha detto a Reuters che il partito Rassemblement National potrebbe minare la capacità delle startup francesi di assumere talenti tecnologici, in particolare proprio nel campo dell'intelligenza artificiale.
Altri fattori che potrebbero limitare la competitività dell’IA in Europa
Altre sfide che l'Eurozona deve affrontare includono problemi normativi e consumo energetico per i data center, indispensabili affinché vi sia il corretto funzionamento di computer dalle enormi dimensioni.
L'EU AI Act, che entrerà in vigore a luglio, delinea i rischi per i sistemi di intelligenza artificiale proibiti, come il punteggio sociale, le tecniche manipolative o ingannevoli e la compilazione di database di riconoscimento facciale.
Inoltre, ci sono preoccupazioni sul fatto che il consumo di energia nei data center incentrati sull'intelligenza artificiale possa portare a sprechi di riscaldamento residenziale. I progetti esteri incontreranno senza dubbio delle sfide nel soddisfare tutti i requisiti normativi.
Se da un lato è corretto tutelare la popolazione e regolamentare un settore che “fa paura” a persone del calibro di Warren Buffett, dall’altro è imprescindibile favorire lo sviluppo di aziende che investano (o meglio ancora nascano) in Europa: rimanere ancora più indietro potrebbe comportare un prezzo molto alto da pagare.
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