Relazioni UE-Cina: le sfide economiche ancora da risolvere

Relazioni UE-Cina: le sfide economiche ancora da risolvere

Dalla visita europea del presidente cinese Xi Jinping non sono emersi accordi importanti, nonostante gli sforzi per trovare un terreno comune su una serie di argomenti.

In vista della visita del presidente cinese in Serbia e Ungheria, nell'ultima tappa della sua visita europea, Xi Jinping è stato portato dal presidente francese Emmanuel Macron sui Pirenei.

Martedì Macron ha intrattenuto Xi con un pranzo vicino alla città natale di sua nonna materna, in quello che è stato un impegno più personale che diplomatico dopo le discussioni formali di lunedì a Parigi.

Tali negoziati, a cui ha partecipato anche la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen, si sono concentrati principalmente sulle controversie commerciali, in particolare sulla questione delle merci cinesi importate in Europa che, ad oggi, riescono a mettere in seria difficoltà le aziende del vecchio continente, considerando i prezzi aggressivi che vengono offerti al pubblico dalle imprese “made in China”.

L’enigma del commercio

Ma la questione non è confinata ai soli generi di basso consumo: l’anno scorso, infatti, la Commissione Europea ha avviato un’indagine sull’abbondanza di tecnologia verde cinese nell’UE che, secondo i critici, sta danneggiando i concorrenti europei. Ciò pare sia dovuto al fatto che i produttori cinesi riescano a mantenere i costi eccessivamente bassi sia per la minore retribuzione riconosciuta alla propria manodopera, sia perché sostenuti da sussidi statali.

Dopo i colloqui di lunedì, Von der Leyen ha affermato che l’Unione europea “non può assorbire la massiccia sovrapproduzione di beni industriali cinesi che inondano il suo mercato. L’Europa non esiterà a prendere le decisioni difficili necessarie per proteggere il suo mercato”.

Quest’ultima affermazione ha fatto presagire ai molti la possibilità che l’Europa imponga dazi su alcune tipologie (o, meno probabilmente, su tutte) provenienti dalla Cina, cercando in tal modo di ostacolarne l’afflusso nella Comunità.

Sostenere l’industria francese

Il presidente Macron dal canto suo ha sostenuto la posizione della Commissione contro il cosiddetto commercio sleale, ma rimane diffidente nei confronti delle misure di ritorsione. In effetti, la Francia ha una serie di industrie che dipendono dagli acquirenti cinesi, in particolare il settore del brandy e i produttori di cosmetici.

E proprio per questo motivo, dopo il dibattito di lunedì, Emmanuel Macron ha ringraziato il presidente cinese Xi Jinping per quello che ha definito "il suo atteggiamento aperto" riguardo all'indagine antidumping sul brandy francese: la Cina aveva aperto un'indagine sul cognac importato dall'UE a gennaio, ma ora pare che non imporrà tasse o dazi doganali sulla bevanda finché l’inchiesta non sarà conclusa.

Dunque, l’europeista convinto Macron fa trasparire qualche tratto nazionalistico quando si tratta di dover tutelare gli interessi dello Stato cui appartiene.

Difficile del resto dargli torto o ragione, potendolo al massimo accusarlo di incoerenza, ma purtroppo l’atteggiamento di “guardare prima al bene di casa propria” è una forma mentis ancora molto radicata in tutta Europa, che viene malamente celata sino a quando non è necessario prendere una posizione più o meno netta, come in questo caso.

Il cammino sulla via della costruzione degli Stati Uniti d’Europa pare essere ancora molto lungo.

Accordi sui contratti d'impresa

Tornando al presente e all’incontro di qualche giorno fa, anche lo stesso Xi Jinping ha definito “fruttuosi” i primi incontri con i leader europei. Le aziende francesi e cinesi hanno firmato numerosi accordi, pur senza siglare alcun patto di particolare rilevanza.

Comunque sia, i contratti includono un’offerta alla società francese Alstom per costruire nuove linee metropolitane a Pechino e Wuhan – e inoltre l’azienda contribuirà anche alle infrastrutture metropolitane nella città cinese di Hefei.

Come scritto poche righe sopra, pur se Macron ha parlato della necessità di proteggere gli interessi dell’Europa, la Francia rimane desiderosa di ospitare fabbriche cinesi di veicoli elettrici.

"La Francia accoglie con favore tutti i progetti industriali. BYD e l'industria automobilistica cinese sono molto benvenute in Francia", ha affermato lunedì il ministro delle Finanze Bruno Le Maire in un incontro con i dirigenti del settore automobilistico.

Ma anche questo non deve destare alcuna sorpresa: se la Francia è la nazione europea con il più alto tasso di investimenti esteri, sicuramente l’atteggiamento pro attivo e favorevole è una delle principali ragioni di questo successo (se sei interessato ad approfondire l’argomento, puoi leggere il mio articolo “La Francia si classifica ancora come il paese europeo più attraente per gli investitori stranieri”).

Vicini filo-russi

L'itinerario europeo di Xi continua ora con le visite in Serbia e Ungheria, due nazioni che ricevono una notevole quantità di investimenti cinesi. Scegliendo di visitare paesi solidali con Mosca, Xi sta dimostrando la sua capacità di corteggiare giocatori su entrambi i lati della barricata.

La Cina ha rifiutato di condannare l’invasione russa dell’Ucraina, sebbene si sia astenuta dall’offrire un sostegno militare aperto.

Si teme, tuttavia, che le aziende cinesi stiano ancora vendendo alla Russia articoli a duplice uso (i cosiddetti “dual use”) che possono essere utilizzati anche per realizzare hardware militare.

Serbia e Ungheria svolgono un ruolo significativo nell’iniziativa cinese Belt and Road, volta ad espandere la sua influenza globale. E proprio nella prossima tappa del suo viaggio, Xi discuterà dei progressi su un collegamento ferroviario ad alta velocità tra Budapest e Belgrado.

Ciò consentirà al porto del Pireo in Grecia, di proprietà della Cina, di diventare un punto di ingresso per le merci cinesi che viaggiano verso l’Europa centrale e orientale.

Per riassumere infine il punto di vista di Xi Jinping sul conflitto russo-ucraino e la sua posizione tra UE e Russia, il presidente cinese ha citato addirittura Confucio: “Il saggio si mantiene nel giusto mezzo: com’è coraggiosa la sua fermezza!”.

Probabilmente non sarebbe contento di sapere che il nostro Dante lo avrebbe quasi certamente relegato, nella sua Divina Commedia, nell’Antiferno tra gli Ignavi, così dal sommo poeta descritti: “Fama di loro il mondo esser non lassa; misericordia e giustizia li sdegna: non ragioniam di lor, ma guarda e passa”.

Disclaimer: Il presente articolo ha un puro scopo informativo e non costituisce raccomandazione di investimento. Tutti i diritti riservati.

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