Cosa pensano i gestori dei fondi europei della crescita, dell’inflazione e dei mercati azionari?

Cosa pensano i gestori dei fondi europei della crescita, dell’inflazione e dei mercati azionari?

Venti di ottimismo soffiano lungo l’Europa: durante il mese di Aprile, grazie alle crescenti speranze di ripresa economica, le azioni europee hanno guadagnato il favore degli investitori, anche se incombono forti preoccupazioni riguardo alle politiche delle banche centrali che potrebbero innescare una correzione del mercato.

Secondo l'ultimo sondaggio sui gestori di fondi europei della Bank of America, il sentiment dei professionisti riguardo alle prospettive economiche dell'Europa è sostanzialmente migliorato.

L’indagine, che ha intervistato 260 manager con asset in gestione per un totale di 719 miliardi di dollari (578 miliardi di euro) tra il 5 e l’11 Aprile, mostra che la metà degli intervistati prevede ora un’economia europea più forte nel prossimo anno – un forte aumento rispetto al 21% del mese scorso – segnando il livello di ottimismo più alto da Luglio 2021.

Tuttavia, il 36% del panel prevede per contro un rallentamento dell’economia del Vecchio Continente, dovuto al persistere della stretta monetaria (anche se, a onor del vero, questa percentuale si è notevolmente ridotta rispetto all’83% del mese di Gennaio).

Aspettative di inflazione e tassi di interesse

Mentre le previsioni di crescita migliorano, persistono le preoccupazioni sull’inflazione. Circa il 41% dei gestori di fondi ritiene che l’aumento dell’inflazione sia il rischio di mercato più significativo, superando la geopolitica (la quale per altro potrebbe essere uno dei principali artefici del suo incremento).

Le aspettative di un’inflazione crescente accompagnata da un’economia robusta potrebbero inaugurare un periodo prolungato di tassi di interesse elevati, uno scenario che il 43% degli intervistati ora prevede, addirittura raddoppiando il sentiment rispetto al mese scorso.

Comunque sia, la maggioranza dei gestori di fondi prevede ancora una diminuzione del fenomeno inflazionistico core a livello globale, per una percentuale pari al 45% (a Gennaio, questa era molto più alta, pari infatti al 71%).

I due dati sopra riportati indicano quindi crescenti apprensioni per un possibile e prolungato aumento dell’inflazione.

Nel Marzo 2024, secondo la lettura finale dell'Eurostat, l'inflazione annua dei prezzi al consumo nell'Eurozona è stata confermata al 2,4%, eguagliando il minimo in 28 mesi fissato nel Novembre 2023. Tuttavia, dati recenti provenienti da UK e USA indicano che i tassi di inflazione del mese scorso erano leggermente più alti del previsto (a questo proposito ti invito a leggere il mio articolo “Inflazione, mercati e (presunti) futuri tagli dei tassi: il punto sulla situazione USA”).

Ad ogni modo, i mercati monetari prevedono ora tagli dei tassi da parte della Banca Centrale Europea per circa 80 punti base nel corso dell’anno, suggerendo riduzioni di poco più di tre quarti di punto percentuale. Si tratta di un leggero aggiustamento rispetto a quello di inizio mese, quando i mercati avevano previsto un totale di quattro tagli dei tassi.

Azioni europee: cauto ottimismo con una svolta

Le asset allocation degli investitori inerenti le azioni dell’Eurozona sono aumentate, raggiungendo un peso netto medio del 26%, il massimo da Febbraio 2022.

Tuttavia, la fiducia nei guadagni del mercato a breve termine è diminuita, con solo il 52% degli intervistati che prevede ulteriori aumenti (in calo rispetto al 64% del mese scorso). La prospettiva di politiche aggressive delle banche centrali è vista come la principale causa di rischio, con il 38% dei professionisti che la individua come potenziale fattore scatenante per una correzione del mercato.

Preferenze settoriali: l'energia è in testa

L’energia europea ha sostituito la tecnologia diventando il settore con il maggior peso, in termini di ripartizione delle risorse, condiviso tra i vari asset manager.

Quasi la metà dei gestori di fondi prevede guadagni per i titoli ciclici rispetto a quelli difensivi, e il 31% prevede che i titoli value sovraperformeranno quelli growth, un aumento significativo rispetto al 12% del mese scorso, supportato dal miglioramento delle condizioni di credito e dai dati PMI positivi.

Preferenze regionali e prospettive del settore bancario

Le preferenze degli investitori tra i paesi europei sono disomogenee, con Spagna, Italia e Regno Unito attualmente in testa come mercati preferiti su cui allocare i patrimoni, mentre Svizzera e Germania rimangono indietro (se interessato ad approfondire l’argomento, puoi leggere il mio articolo dedicato “L’economia tedesca resta la più in difficoltà d’Europa”).

Anche le banche europee hanno attirato l'attenzione degli investitori, considerate attraenti dal 52% degli intervistati grazie alla maggiore redditività e agli elevati rendimenti di cassa (determinati specialmente dall’elevato margine di interesse). Al contrario, i settori tecnologico, industriale e di consumo appaiono sopravvalutati secondo il sentiment attuale.

In conclusione dunque, questa indagine dipinge un panorama degli investimenti cautamente ottimista in Europa, con i gestori di fondi che bilanciano le speranze di crescita economica con potenziali cambiamenti di politica monetaria e pressioni inflazionistiche.

Vedremo quello che succederà nel corso dei prossimi mesi.

Disclaimer: Il presente articolo ha un puro scopo informativo e non costituisce raccomandazione di investimento. Tutti i diritti riservati.

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